La scuola e l’uguaglianza che non c’è. Mercoledì 15 alla Leopolda

Christian Raimo, insegnante, scrittore e divulgatore, sarà alla Leopolda Mercoledì 15 febbraio alle 17 30, ospite della Lista “Una città in Comune”. All’iniziativa “La scuola e l’uguaglianza che non c’è” parteciperanno anche Eva Fedi, che ha coordinato, per Arciragazzi Nazionale il progetto nazionale “Lost in education”, destinato alla promozione del protagonismo dei ragazzi e delle ragazze nella costruzione di alleanze educative di comunità e Marta Galluzzo, del Movimento di Cooperazione educativa di Pisa, impegnata da sempre nella promozione dell’inclusione e dell’accoglienza nella scuola, conclude il nostro candidato a sindaco Ciccio Auletta

Si discuterà di strategie e proposte per combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica.

Tra dati che descrivono l’aumento delle disuguaglianze, quelli relativi all’infanzia sono i più drammatici ed allarmanti: la povertà minorile in Italia è quadruplicata a partire dalla crisi globale del 2007/2008 arrivando a colpire il 14,7% dei bambini e delle bambine, un minorenne su 7. Secondo i dati Caritas, in Toscana, uno studente su dieci abbandona la scuola prima di finire le superiori e il 17,9% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 29 anni non studia, non si sta formando e non lavora. La Caritas di Pisa, in particolare, ci dice che i bisogni legati all’istruzione sono aumentati di più del 115%.

La povertà educativa indica “l’impossibilità per bambini, bambine e adolescenti di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni” . In Italia, di anno in anno, la povertà educativa toglie a moltissime bambine e bambini, ragazze e ragazzi il diritto di crescere inseguendo i propri sogni, come conseguenza delle difficili condizioni economiche e sociali, privandoli di fatto delle stesse opportunità dei loro coetanei in situazioni economiche più favorevoli. Le principali ripercussioni sull’apprendimento rischiano di compromettere non solo la vita presente ma anche quella futura, con l’ingresso permanente dei soggetti nel circolo vizioso della povertà.

Una vera e propria emergenza, che impone una rivoluzione delle priorità di tutta la comunità ed in particolar modo di chi governa le città.

Il “caso Pisa” pare essere decisamente emblematico: a fronte di questi dati, l’amministrazione della città sceglie di non far nulla sprecando le già insufficienti risorse disponibili. Lo abbiamo visto con la rinuncia al finanziamento di 80.000 euro per la lotta agli stereotipi di genere e per l‘educazione alle differenze oppure con la restituzione alla Regione Toscana di 46.000 euro destinati alle attività educative non formali in attuazione della legge 32/02.

Con questo momento di confronto a più voci, discuteremo su come si può invertire un processo che dopo la pandemia sembra essere diventato inarrestabile: scuola, enti locali e comunità possono intervenire efficacemente con politiche educative nuove ed efficaci per produrre inclusione e coesione sociali? Si può immaginare un Ente locale che favorisca patti e alleanze territoriali, che impari ad osservare, conoscere, ascoltare la comunità cittadina favorendone la trasformazione in comunità educante? E che sostenga un’offerta educativa che riconosca le differenze e che sia strumento di inclusione e di equità? Possono le nostre ragazze e ragazzi andare “verso un domani diverso”?

Una città in comune

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