La sfida della sinistra del Sì: soli al voto, basta con Rossi

TIRRENO Pagina: 13

La sfida della sinistra del Sì: soli al voto, basta con Rossi

Fattori candidato di un’alleanza che riunisce Sei, Rifondazione, dci e Tsipras «II Pd e una macchina di potere e di soldi. E il governatore e in mano a Renzi»

«La prima notizia è che il simbolo con cui ci presenteremo alle elezioni sarà un grande “Sì”». Non sia mai, la parola sinistra non sparirà, ma Tommaso Fattori, da ieri ufficialmente candidato governatore del polo no-Dem in Toscana, ha voluto che il raggruppamento di partiti, movimenti e liste civiche che si prepara a sfidare il Pd ed Enrico Rossi alle regionali si scrollasse di dosso un fastidioso cliché culturale e politico, quello di una sinistra “rosicona” e intransigente. «Non saremo quelli che dicono no a tutto, la nostra è la sinistra del sì», dice il leader della lista che terrà insieme Sel, Rifondazione, Pdci, comitati e tutte le liste oggi sotto le insegne di Tsipras (quelle per cui lui corse da europarlamentare l’anno scorso senza successo). Il suo volto, quello che fece da guida del Social Forum di Firenze nel 2002, e da promotore del referendum per l’acqua pubblica del 2011, è al servizio di «un progetto di governo alternativo alle politiche delle destre, del Pd e al patto del Nazareno». Che oggi sancisce la rottura definitiva di una alleanza andata avanti a fatica per cinque anni con la maggioranza di Rossi ma che già deve fare i conti con la prima crepa politica, quella aperta da Buongiorno Toscana. «Andrea Raspanti ci stima- legge una lettera Fattori – ma darà un appoggio dall’esterno». I modelli sono quelli dell’Europa anti austerity, Podemos in Spagna e Syriza in Grecia. «E da noi non vale la logica renziana dell’uomo solo al comando».
Fattori parla dai giardinetti sul lungarno Santa Rosa a Firenze. Il set per lanciare la sua corsa non è scelto a caso. «Questo è uno spazio di felicità collettiva», dice, anche se non sa che lo ha inaugurato Renzi quattro an ni fa, e che prima era un angolo dello spaccio fiorentino. Accanto a lui donne, uomini, bambini, alle spalle la clinica che l’Asl vorrebbe vendere. «Simbolo dello smantellamento della sanità pubblica in Toscana». Per questo, al primo punto, se fosse eletto, metterebbe «il ritiro immediato della “controriforma” appena varata». Non lo spaventano gli sbarramenti del Toscanellurn. «Raggiungeremo il 5%? Noi puntiamo a vincere». Ma ha fatto bene la consigliera Daniela Lastri a ritirarsi dalle liste Pd: «Ha detto chiaro e tondo che quella legge è antidemocratica e che il re è nudo, Rossi è in mano ai renziani». Dunque, si sappia: la sinistra no-dem è «aperta alla minoranza Pd». L’obiettivo? «Ricoprire il posto che oggi è di Rossi, anche se al suo posto governano già da tempo Renzi e la Saccardi». Tira fendenti, Fattori. Non teme «la macchina di potere e di soldi» che è sicuro metterà in campo il Pd per una «campagna milionaria». «Parole piene di vecchi classici grillini», replica il responsabile organizzazione dei Dem toscani Antonio Mazzeo, «abbiamo limitato le spese elettorali a 30mila giuro». Ma la lista del Sì come verrà formata? «Chiunque potrà inviare la propria candidatura, corredata di 30 firme, a un indirizzo mai] (candidature@tommasofattori. it) entro il 28 marzo. Criteri di scelta? «Non con la logica dei vecchi caminetti di partito», spiega Fattori. E allora? «Prima verranno valutate sui territori e poi da un gruppo di saggi».
Non c’è ancora un programma, quello arriverà fra un paio di settimane, ma i suoi pilastri saranno proposte, non più proteste.I “sì” appunto: al rifiuti zero, alla scuola e alla sanità pubbliche e non finanziate dal pubblico, a un piano per le periferie, al reddito minimo, alla difesa del territorio. Sulla carta, un addio all’antagonismo.

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