«L’acquedotto costruito per metà con amianto»

TIRRENO PISA Pagina: VI

«L’acquedotto costruito per metà con amianto»

Lo ha detto l’assessore Serf li in consiglio comunale: «Però non ci sono rischi» Acque Spa: «Siamo a disposizione delle autorità per i controlli»

di Elisa Manici / PISA

Più della metà delle condotte dell’acqua della nostra città sono di cemento-amianto. Lo ha affermato l’assessore ai lavori pubblici Andrea Serfogli durante il consiglio comunale di martedì, rispondendo a un’interrogazione presentata dai consiglieriValeria Antoni, Ciccio Auletta, Armando Paolicchi e Marco Ricci. «La rete del sistema idrico del Comune di Pisa è al 52% circa costituita con compositi a base di cemento-amianto – ha detto l’assessore -. Tali condotte sono state posate in epoche precedenti alla gestione diAcque Spa».
«Queste tubazioni – ha proseguito – si trovano disseminate su tutte le aree della rete di Pisa, con minor prevalenza nell’ area del centro storico e maggior presenza nelle aree urbane di successiva espansione».
Questa notizia, di per sé, potrebbe suscitare allarme, poiché la produzione e la lavorazione del cemento-amianto, il cui nome commerciale è eternit, sono fuori legge dal 1992, data la dannosità dell’inalazione delle sue polveri, ampiamente comprovata. Ma, come recitano le “Linee guida sulla qualità dell’acqua potabile” prodotte dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 2011, e come ha ricordato Serfogli, «non esiste alcuna prova seria che l’ingestione di amianto sia pericolosa per la salute». In ogni caso, un decreto ministeriale del 1996 vieta l’uso del cemento-amianto per le nuove strutture, senza però prevedere l’obbligo di rimozione o rimpiazzo di quelle esistenti. Pertanto, come ha precisato l’assessore, «ad oggi non esiste uno specifico programma di sostituzione delle condotte in cemento-amianto», visto che essa rientra «nell’ambito delle manutenzioni straordinarie nei casi in cui si evidenzi un cattivo stato di conservazione».
L’Autorità idrica della Toscana ha annunciato, giusto un paio di settimane fa, di stare avviando un piano di monitoraggio straordinario per verificare l’eventuale presenza di fibre di amianto disperse nell’acqua potabile della regione, condotto dalle Asl di riferimento. L’ultimo rilevamento dell’Arpat risale, infatti, al 1996, data in cui la concentrazione di fibre di amianto nella rete di Pisa era a posto, cioè «inferiore ai limiti di rilevabilità».
L’Ait, nella stessa nota in cui annunciava i nuovi controlli, ha dichiarato che «in Toscana la media delle condotte idriche in cemento-amianto è soltanto del 6% della lunghezza complessiva delle reti», e che «il piano di monitoraggio straordinario inizierà prioritariamente dalle zone a più alta presenza di condotte in questo materiale e dove le acque presentano una durezza più contenuta». Pisa, col suo 52%, rappresenta quan to meno una variazione significativa della media dichiarata.

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