L’affare delle bandiere blu

venerdì 15 maggio 2015 TIRRENO Pagina: 2

L’affare delle bandiere blu

Portano turisti ma a volte li deludono. Ecco come si d il marchio più ambito. Nelle località toscane premiate
i promotori si difendono: «Il voto e su tutto il servizio»

di Stefano Bartoli

Avere la bandiera blu non significa necessariamente avere il mare blu e per rendersene conto basta dare una scorsa all’elenco delle località premiate (Calambrone, blu) e a quello delle località escluse (per dirne una, la spiagga di Fetovaia a Marina di Campo, non blu). Mala bandiera – di cui la Toscana si conferma reginetta, seconda in Italia dopo la Liguria – è anche un asse[ economico formidabile, capace come pochi altri di attrarre turisti e soldi. Un affare insomma. Ecco che attorno all’ambito marchio sono fiorite le polemiche sul suo reale valore, su quanto rifletta la reale condizione del litorale toscano o sia semplicemente uno spot buono per vacanzieri all’oscuro di tutto.
In Versilia l’anno scorso han no avuto zone in cui per diversi giorni fu vietatala balneazione e la paura di perdere il riconoscimento era reale. Poi la bandiera è stata confermata, così come in tutte le altre località che l’avevano innalzata nel 2014. Si fa prima a dire chi è rimasto fuori: i pennoni resteranno vuoti nei comurri di Massa, Vecchiano, Scarlino, Orbetello, Capalbio e di sette comuni su otto dell’Elba (Portoferraio, Marciana, Porto Azzurro, Capoliveri, Rio Marina, Rio e Campo nell’Elba).
Secondi in Italia. Dunque, riepilogando, anche quest’anno con 18 bandiere blu, la Toscana si conferma al secondo posto in Italia per numero di località costiere che potranno fregiarsi del riconoscimento internazionale assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee-Foundation for Environmental Education) valutando un complesso di fattori: dalla tenuta dell’ambiente alla capacità ricettiva fino alla qualità dell’accoglienza. I vessilli che sventoleranno sul Granducato, su un totale di 147 Comuni e 280 spiagge a livello nazionale, sono state attribuiti a Camaiore, Carrara, Castagneto Carducci, Castiglione della Pescaia, Cecina, Follonica, Forte dei Marmi, Grosseto, Livorno (Antignano), Quercianella (Miramare/Rogiolo), Marciana Marina, Monte Argentario, Pietrasanta, Piombino-Parco Naturale della Sterpaia, Pisa (Calambrone-Tinrenia-Marina di Pisa), Rosignano Marittimo, San Vincenzo e Viareggio.
Come si conquista il marchio. Uno dei nodi è proprio questo: la bandiera blu, che secondo gli esperti di flussi turistici esercita un’indubbia capacità attrattiva soprattutto nei confronti dei vacanzieri stranieri ed in particolare di quelli provenienti dall’Europa del nord, non viene assegnata, ma deve essere chiesta dagli interessati. «In sostanza, si tratta di un marchio di qualità che viene conferito alla località nel suo insieme ed in base a molti parametri (vedi la grafica, ndr) – spiega Claudio Mazza, presidente della Fee Italia -. Si parte dalla qualità delle acque che deve essere “eccellente” per almeno quattro anni e si arriva alla presenza di un depuratore che deve coprire almeno 1’80 per cento degli scarichi fognari. Ma vengono presi in considerazione anche la gestione dei rifiuti, o magari la chiusura del centro storico e le piste ciclabili. Ovvio che serve un impegno di tutta la comunità, scuole comprese, per intraprende un determinato percorso». Impegno che, assicura Mazza, comunque non costa niente, anche se per mettersi a norma, come spieghiamo anche a parte, è richiesto un importante esborso economico. Resta comunque il nodo della disparità tra spiaggie blasonate senza bandiera e tratti di litorale più scadenti che invece ce l’hanno. «Se all’Elba c’è solo la bandiera di Marciana Marina – taglia corto il presidente della Fee – è perché gli altri non l’hanno richiesta o ottenuta».
Perché sì, perché no. In questo quadro è interessante sapere perché c’è chi mette al lavoro gli uffici per mesi per avere il riconoscimento e chi invece non si crea neanche il problema. Paolo Ghezzi, vicesindaco di Pisa con delega per il turismo e il litorale, non ha dubbi: «Da undici anni abbiamo la bandiera blu a Tirrenia, poi si sono aggiunte Calambrone e Marina di Pisa. C’è chi critica il colore dell’acqua di mare? Io ritengo che sia molto più importante la qualità che qui è garantita. Un aspetto che si unisce ad altri criteri come l’accessibilità, i servizi, la vicinanza del patrimonio storico e artistico Credo che valga la p ena di fare la richiesta per una bandiera blu ed ottenerla». Una posizione diversa da quella di Anna Bulgaresi, sindaco di Marciana, territorio che comprende aree stupende come Procchio o Sant’Andrea. «io prima che alla bandiera blu penso a mettere i posto i servizi – spiega -. Sono contenta che il mio collega del Comune confinante di Marciana Marina, l’abbia conquistata, ma non la chiederò fino a quando non avrò completato ad esempio i lavori per la depurazione. Ripeto, prima le cose concrete, poi le bandiere».

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