Landucci lascia la maggioranza ed esce dal Pd

TIRRENO PISA Pagina: 1-I

Landucci lascia la maggioranza ed esce dal Pd

Prima l’incontro tra gli alleati in maggioranza (Pd, lista civica, Riformisti). Poi in serata e nella notte l’assemblea comunale del partito democratico. Si stanno prendendo le decisioni sul futuro di Palazzo Gambacorti. Il sindaco Marco Filippeschi deve stringere i tempi, giovedì 19 si riunisce di nuovo il consiglio comunale dopo le uscite di Sel e ieri anche di Landucci. I renziani, attraverso le parole di Antonio Mazzeo, hanno già dichiarato il sostegno a Filippeschi. E’ evidente che, con la maggioranza indebolita nei numeri (18 a 15 in consiglio), occorre vedere come andare avanti. Con quale capacità di resistenza. Ma far cadere la giunta significherebbe andare a votare solo dopo un anno di commissariamento. E nessuno questo lo vuole.
Le condizioni. I renziani hanno chiesto a Filippeschi di prendere le distanze dalla vecchia guardia del partito. In ballo la campagna elettorale per le regionali (duello tra correnti) e forse anche il prossimo candidato a sindaco. Per una vera svolta dei rapporti nel Pd. E la giunta? C’è da sostituire il dimissionario Danti, esponente degli alleati del Pd. Per questo la lista civica punterebbe a quel posto (si fa il nome di Federica Ciardelli). Punto interrogativo sulla permanenza o meno in giunta di David Gay. Possibile, in questo caso, una ridistribuzione delle deleghe.
Lo strappo di Landucci. «Esco dal Pd e dalla maggioranza». Conferma la sua decisione Stefano Landucci, ormai ex esponente del partito democratico: come consigliere comunale entrerà nel gruppo misto. Nella scelta di Landucci (area civatiana) sono state decisive le dimissioni di Danti, con tutte le conseguenze sulla posizione di Sel. «Pisa è tornata indietro di alcuni anni. L’asse politico si è spostato in un’area più moderata che non mi rappresenta. Anche la candidatura di Modica a presidente della Regione andavano nella direzione di riaprire il dibattito e ritrovare un’unità a sinistra. Ma il Pd è stato sordo». Come si comporterà d’ora in poi Landucci nelle sedute del consiglio? «Chiederò conto alla giunta riguardo a certi punti essenziali del programma, valutando di volta in volta. Mi riferisco soprattutto all’idea di una città accogliente e solidale, anche come dimensione ambientale».
La replica del Pd. «Dalle motivazioni della scelta di Stefano Landucci non emerge alcun rilievo specifico nei confronti della giunta che dimostri come la maggioranza si sia allontanata dalla sua ispirazione originaria», ribattono in una nota Francesco Nocchi e Andrea Ferrante, segretario provinciale e comunale del Pd. «Non c’è alcun spostamento a destra, c’è solo l’uscita unilaterale di Sel e di un nostro consigliere, eletto con Filippeschi e con il Pd – proseguono -. Un disegno che punta a dividere il partito e, come dimostra l’intempestiva uscita di Landucci, a indebolire il Pd e la sua rappresentanza istituzionale, abbozzato in modo poco responsabile sulle spalle della città». (f. l.)

Stefano Landucci

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