L’Anpi: la parata ha ricordato i carnefici tedeschi

domenica
29 aprile 2018
Testata:
TIRRENO PISA
Pagina:
XII

Tagliaboschi attacca la sindaca Ceccardi e lo storico Ciavattone: dimenticati i partigiani

di Nilo Di modica

CASCINA

«La Liberazione non fu solo uno scontro fra eserciti regolari. Dirlo significa fare finta di dimenticare la lotta ed il sacrificio di tanti uomini e donne». E con questo affondo del presidente dell’Anpi Franco Tagliaboschi che il giorno dopo continua la polemica sul passaggio in centro della Colonna della Libertà, con figuranti Alleati e nazisti in divisa su Corso Matteotti. A finire nel mirino dell’associazione partigiani è la conferenza tenuta in sala del consiglio prima del passaggio della parata di mezzi militari d’epoca, dal titolo ” 1944 – Quando passò il fronte” a cura, fra gli altri, dello storico (oltre che esponente provinciale di Forza Italia) Federico Ciavattone. Un intervento, corredato di slide, in cui si è fatta a grandi linee la storia della campagna d’Italia, fra linea Gustav e linea Gotica, Alleati ed truppe dell’Asse, soldati a difesa dell’abbazia di Montecassino e generali tedeschi “antinazisti” come Frido von Senger, a cui a Santa Maria a Monte qualche anno fa venne dedicata una targa fra mille polemiche. Una narrazione in cui la lotta partigiana viene appena accennata.

«Non una parola su quei giovani che si unirono agli angloamericani per contribuire alla sconfitta dell’ esercito occupante. Forse la parola “partigiano” non è più di moda – attacca Tagliaboschi – Va ricordato al professore che la lotta partigiana e la Resistenza hanno avuto un ruolo determinante nella cacciata dei nazisti. E va anche ricordato che le truppe tedesche furono guidate dai fascisti italiani quando seminaro stragi e devastazioni a Vinca, a Sant’Anna di Stazzema, a Marzabotto, sul Padule di Fucecchio. Anche a Cascina i tedeschi hanno lasciato un orribile ricordo con la fucilazione dei civili all’Ansa dell’Arno. Tutte queste vicende sono state taciute durante la conferenza del professor Ciavattone. Questo è grave, inammissibile e imperdonabile da parte di chi vuol celebrare l’anniversario della Liberazione. Inoltre, quale è il senso di quei figuranti vestiti da tedeschi che circolavano lungo il corso? Cosa dovevano rappresentare? Dovevano forse ricordare ai familiari delle vittime del 1944 come erano vesti di carnefici dei loro cari?».

Una critica alla quale lo storico risponde con un certo formalismo. «Forse non è stato recepito l’oggetto della relazione, che non era né sulla Resistenza, né sulle stragi – dice Ciavattone Episodi di estrema tragicità in tutto e per tutto, nati in un contesto di guerra civile e di guerra ai civili, che sono stati comunque accennati in un inciso».

Eventi, quelli di venerdì, che contro ogni aspettativa non hanno visto nessuna contestazione in piazza. «Certa gente non merita nessuna attenzione – spiega Giovanni Greco, di Liberi e Uguali, partito che nel pomeriggio di venerdì è andato a depositare una corona di fiori al monumento di Comasco Comaschi, vittima del fascismo, al Parco della Rimembranza – L’abbiamo fatto con la serenità di chi sa di essere nel giusto e con l’orgoglio di rendere omaggio alla festa della Liberazione dal nazismo e dal fascismo. Senza buffonate e senza polemiche».

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