L’arrivo di personale ai Musei nazionali di Pisa è un’ottima notizia, ed anche un altro nostro successo

Salutiamo finalmente con favore l’arrivo di nuovo personale ai Musei nazionali di Pisa, otto unità di cui cinque al San Matteo e tre a Palazzo Reale, come anticipato negli scorsi giorni dal direttore Pierluigi Nieri.

Da anni andiamo denunciando lo stato di abbandono in cui versava una delle più importanti collezioni al mondo d’arte medievale, quella all’ex monastero di San Matteo, in virtù della scellerata Riforma Franceschini che ha creato musei di seria A e musei di serie B, investendo quasi esclusivamente sui primi. I secondi erano ormai costretti a lasciare il portone chiuso di fronte a increduli turisti, che dovevano attendere ore per riuscire ad entrare (quattro brevi aperture al giorno). E così il numero di visitatori si è ridotto di quasi di dieci volte in vent’anni: numeri davvero risibili, pochi eletti o fortunati riuscivano a mettere il naso in quelle sale, gelide d’inverno perché senza riscaldamento e caldissime d’estate.

Si tratta insomma di un’ottima notizia, ma anche di un successo che siamo qui a rivendicare. Difatti, fin dalla sua nascita Una città in comune ha organizzato innumerevoli iniziative tra incontri, convegni, visite guidate, lettere aperte a Soprintendenti e direttori dei musei, semplici comunicati stampa e volantinaggi per chiedere di tornare a far vivere quei luoghi della cultura. Abbiamo invocato anzitutto l’assunzione di personale (da regolari graduatorie di concorso) e poi investimenti da parte dell’odierno Ministero della Cultura, che nel frattempo ha cambiato nome almeno tre volte. Ci sono dunque voluti anni e la notizia giunge adesso a sorpresa a pochi giorni dalle elezioni. Non vorremmo attendere una nuova tornata elettorale per arrivare all’istituzione di un biglietto unico per i musei della città (cosa ben diversa dalla rete museale di facciata che il Comune ha appena messo in piedi). In ogni caso, non molliamo l’osso, perché siamo convinti che, insistendo con le buone proposte, col tempo queste abbiano la meglio.

Lo dimostra pure quanto è avvenuto alla Biblioteca SMS in questi ultimi mesi, con l’arrivo di nuovo personale esternalizzato e la conseguente estensione degli orari di apertura. È ciò che la città attendeva, è quello che chiedevamo, è un altro successo che vogliamo rivendicare insieme a molte persone, a partire da coloro che firmarono la nostra petizione. Ribadiamo tuttavia la necessità di immettere in organico almeno una figura di bibliotecario qualificato assunto dal Comune a tempo indeterminato, perché l’affidamento esclusivo a ditte esterne è una visione miope che non ci soddisfa: qualità del lavoro e del servizio devono sempre andare di pari passo, con adeguati investimenti da parte del Comune che ancora oggi sono insufficienti.

Rimane poi aperta la ferita della Biblioteca Universitaria, che necessita non solo di nuovo personale strutturato ma anche di una sede per accogliere il suo patrimonio librario. Ci auguriamo che le sorti della BUP non passino in secondo piano.

Una città in comune

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