«Le dune non si toccano» E ora Rossi striglia il Pd

TIRRENO Pagina: 11

«Le dune non si toccano» E ora Rossi striglia il Pd

II governatore pretende un emendamento per difendere la costa dal cemento Lunedì riunione con tutti i consiglieri di maggioranza per rafforzare le tutele. Ma il partito difende le ipotesi di nuove strutture turistiche. Il tempo per rimediare, dunque, c’è. Già ieri gli uffici regionali hanno messo nero su bianco le modifiche al piano approvate in commissione che mandano in rotta di collisione il piano del paesaggio con la legge urbanistica approvata a novembre per limitare il consumo di suolo. I punti di contrasto sono molti. E la chiarezza da fare è tanta. Infatti i tecnici sono stati precettati.
Pd richiamato all’ordine. Devono rimettere il testo al pulito al massimo per lunedì, quando è prevista una riunione, questa volta con tutti i consiglieri di maggioranza e non solo con quelli della

Per tutto il giorno, Enrico Rossi è stato chiaro. «Niente scherzi, le dune non si toccano». Se gli presentano in aula un piano del paesaggio con il cemento sul mare, non lo vota. E una promessa, non una minaccia. Durante il consiglio regionale, il governatore della Toscana si divide fra l’aula e la riunione con i consiglieri di maggioranza della commissione Ambiente e Territorio. Con le modifiche al piano del paesaggio hanno esagerato. Non solo perché hanno riproposto una versione toscana del Patto del Nazareno con FI. Rossi non vuole che la costa a sud di Livorno venga ulterioremente edificata. E pretende che il Pd presenti un emendamento per scongiurare il pericolo.
Emendamento difendi-dune. L’emendamento deve essere presentato subito. Oggi e domani la commissione si riunisce per completare l’esame del piano del paesaggio, dedicandosi a questioni delicate: le zone sottoposte a vincolo paesaggistico sulle Apuane, oltre i 1200 metri, dove le cave dovrebbero essere vietate o quasi; luoghi, edifici sottoposti a particolare tutela. Il governatore della Toscana si divide fra l’aula e la riunione con i consiglieri di maggioranza della commissione Ambiente e Territorio. In quella sede, anche il Pd si conterà. Ed emergerà con chiarezza la divisione fra chi vuole «trasformare ma non distruggere il territorio» e chi, invece, ha posizioni più spinte. Che non sono condivise neppure da Rossi. Il governatore lo ripete da 48 ore: in commissione la situazione è sfuggita di mano, si è andati troppo oltre le correzioni concordate. Aver intaccato il litorale con il sistema dunale è stato eccessivo. Ecco perché lunedì tutta la maggioranza è chiamata a rivedere una per una le schede dei 20 ambiti nei quali il piano del paesaggio divide la Toscana. Rossi vuole evitare altre sviste.
Sulla costa servono nuove strutture. Anche se Matteo Tortolini, autore degli emendamenti che riguardano il litorale da San Vincenzo a Follonica, precisa: «Nessuno prevede di toccare le dune, è vietato dalla legge Galasso che impedisce di costruire entro i 300 metri dalla linea di costa.
Tuttavia è sbagliata anche un piano del paesaggio che non consente nuovi insediamenti turistici in ogni caso. Noivogliamo garantire ai Comuni la possibilità di valutare se nuovi insediamenti siano possibili lungo il litorale, ma non all’Elba». Infatti ammette Tortolini – i suoi emendamenti ripropongono le osservazioni in parte già respinte dalla giunta regionale: «La decisione della giunta era contraddittoria. Accoglieva in parte le richieste dei Comuni, ma in concreto impediva la realizzazione di nuove strutture turistico-ricettive peri prossimi venti anni. Non bloccare il territorio è diverso da dire far colare il cemento sulle dune o consumare suolo». Difendere le infrastrutture. Certo che se le strutture sono nuove, il suolo viene consumato. Lo stesso se vengono realizzate infrastrutture, perché uno degli emendamenti cancella il divieto di costruirle. «Se un Comune decide di realizzare una strada costiera o una pista ciclabile – insiste Tortolini – è sbagliato considerare queste opere come consumo di suolo perché sono utili alla collettività, sono un servizio». Se, però, l’infrastruttura – o la strada – poi la volesse costruire un privato su una collina, Tortolini liquida la questione: «Il Comune glielo può vietare».
Eliminare i corridoi verdi. Come si uscirà da questa situazione si vedrà lunedì. Quando si capirà se verrà ritoccata anche la previsione perlaVal d’Elsa e l’Empolese. Qui, su proposta di FI, infatti è prevista la “saturazione” dei corridoi verdi esistenti fra aree produttive o residenziali edificati. «Se intorno alla strada 429 che corre parallela alla Francigena ci sono aree, corridoi di 2 chilometri di verde, non ha senso vietarne l’urbanizzazione come fa il piano del paesaggio. Dobbiamo dare la possibilità ai residenti o agli imprenditori locali di poter ampliare le proprie attività o le proprie abitazioni, o di realizzare aziende in zone dove già ci sono insediamenti. Del resto l’empolese è un territorio piccolo e dobbiamo utilizzare gli spazi. L’intelligibilità della Francigena non verrà compromessa. E per questo che il nostro emendamento è stato approvato».
Barbari. Così Andrea Carandini, presidente del Fai (Fondo ambiente italiano), apostrofa chi «porta a un forte indebolimento, se non annullamento, del piano paesaggistico della Toscana. Lancio un anatema sugli amministratori che cercano successo elettorale a discapito della tutela del le belle contrade. Capisco che le pressioni sociali sono forti, ma se la Toscana non regge, non regge il Paese». Rincara il sottosegretario ai Beni culturali, Ilaria Borsetti Buitoni (foto): «La tutela deve rimanere in mano al ministero. Negli enti locali esistono spinte comprensibili che per vanno contro questo principio di tutela. Troppo spesso viene dimenticato che un monumento ha il suo contesto. La Toscana, poi, ha un paesaggio che è un monumento». Replica Enrico Rossi: «Sono io il primo a voler tutelare il paesaggio, approvando il piano paesaggistico. Ma questo paesaggio è una ricchezza da non classificare come monumento: piuttosto rappresenta il frutto des rapporto tra la natura e il lavoro dell’uomo. Ed è questo rapporto che va preservato e rafforzato anche per il futuro».

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