Il Comune di Pisa non vedrà neppure un centesimo dei milioni e milioni di euro che la Sviluppo Navicelli deve alla nostra amministrazione per le opere di urbanizzazione mai realizzate nell’area dei Navicelli, nonostante fossero previste nella convenzione sottoscritta.
Infatti, a fronte del fallimento della Sviluppo Navicelli, il Comune si sarebbe dovuto garantire con le fideiussioni che la stessa Sviluppo Navicelli aveva depositato per ottenere i permessi a costruire. A seguito delle verifiche fatte dal nostro gruppo consiliare, però, è emerso che il Comune non riscuoterà mai quelle fideiussioni in quanto la società finanziaria con cui erano state firmate, la Union Credit Finanziaria Spa, non esiste più.
Le preoccupazioni che avevamo espresso in tempi non sospetti hanno purtroppo trovato conferma.
Nel febbraio del 2009 la Sviluppo Navicelli, il cui amministratore unico era Stefano Bottai, aveva consegnato al Comune due fideiussioni della Union Credit Finanziaria spa: una da 2 milioni e 484 mila euro, e l’altra da 2 milioni 149 mila euro (che poi nel settembre del 2012, a seguito della variante Ikea approvata dal Consiglio comunale, è stata rinnovata a 2 milioni e 266 mila euro per coprire anche i costi relativi allo spostamento del centro di raccolta dei rifiuti).
Ebbene, questi documenti sono semplicemente carta straccia, vista la cessazione dell’attività della Union Credit Finanziaria Spa il 31 maggio del 2013, come da visura camerale. A pagarne le conseguenze sono, ancora una volta, le cittadine e i cittadini.
Non sono il destino o la crisi economica o la sfortuna a far sì che il Comune di Pisa si trovi in questa situazione, ma la mancanza assoluta di controlli precisi e verifiche puntuali sia sulla Sviluppo Navicelli – per quanto riguarda le opere non realizzate nei tempi dovuti -, sia sulla affidabilità e credibilità della Union Credit Finanziaria spa.
Ed è su questo che l’amministrazione comunale deve rispondere con urgenza e nettezza. Infatti, dall’elenco generale delle finanziarie ex. art. 106 del Tub, ovvero delle imprese abilitate al rilascio di cauzioni per appalti pubblici, cancellate dalla Banca d’Italia, compare proprio la Union Credit Finanziaria Spa. La data di cancellazione risale al 19.12.2008, secondo quanto riportato su https://www.notiziariofinanziario.com/2013/07/22/elenco-completo-delle-societa-finanziarie-ex-art-106-del-tub-cancellate/). Le fideiussioni consegnate dalla Sviluppo Navicelli in Comune risalgono però al febbraio del 2009: sarebbero, quindi, successive alla cancellazione della Union Credit Finanziaria da parte della Banca d’Italia.
La Sviluppo Navicelli avrebbe quindi presentato fideiussioni “tossiche” rilasciate da un soggetto non più abilitato? E il Comune le avrebbe accettate?
A preoccuparci ulteriormente è anche il fatto che, sempre sulla base di nostre ricerche, abbiamo trovato una determina del dirigente del Comune della Città di Seregno del 10 giugno 2010 in cui si trova un ulteriore riscontro della cancellazione della Union Credit Finanziaria Spa sia “dagli elenchi della Banca d’Italia, sia ancora dagli elenchi della Camera di Commercio di Roma”.
Si legge ancora nella suddetta determina: “dall’8 maggio 2009 la società finanziaria Union Credit Finanziaria spa risulta in stato di scioglimento e liquidazione, come da visura n. prot. VIW/595/EMB0114 del 27 luglio 2009”.
Come è stato possibile allora che nel 2012 il Comune abbia rinnovato ed addirittura esteso una delle fideiussioni di una società in liquidazione dal 27 luglio 2009?
Ed è ancora più grave il fatto che la Sviluppo Navicelli non abbia comunicato al Comune l’avvenuta cessazione dell’attività della società finanziaria garante.
Alla luce di quanto premesso diventa comico, se non fosse tragico, il fatto che solo nel gennaio 2015 il Comune scrive alla Union Credit Finanziaria per escutere le fideiussioni quando questa società ha già cessato la sua attività due anni primi, e che nell’aprile del 2015, 40 giorni prima della notizia del fallimento della società, il dirigente del comune di Pisa abbia scritto all’amministratore unico della Sviluppo Navicelli ponendo il problema delle fideiussioni e chiedendo di inviare nuove polizze fideiussorie in sostituzione di quelle della Union Credit.
Come è possibile che in questi anni non è stata fatta alcuna verifica e che il Comune si sia reso conto solo due anni dopo che la Union Credit Spa aveva cessato la propria attività? Come è possibile che nessuno ha verificato prima la “bontà” delle fideiussioni, tanto più che i lavori da parte della Sviluppo Navicelli per rimontare la Stazione Ecologica, costruita a spese del Comune e smontata per le esigenze di Ikea, sono stati fermi per tutto il 2014? Come è possibile che nessuno abbia mai fatto delle verifiche su questa finanziaria che già nel 2008 aveva ricevuto dall’Agenzia delle Entrate un fermo amministrativo per non aver adempiuto all’obbligo di pagamento previsto per delle polizze fideiussorie?
Vogliamo sapere se alla luce di tutto ciò l’amministrazione comunale ha proceduto a darne notizia al giudice fallimentare e alle autorità competenti.
Siamo davanti a responsabilità politiche ed amministrative pesantissime da parte di chi oggi è alla guida della amministrazione di questa città. I casi di fideiussione “tossiche” soprattutto nel caso di soggetti finanziari sono da manuale e con ogni probabilità ci troviamo di fronte ad uno di questi esempi. Ci auguriamo che le autorità competenti al riguardo facciano tutte le verifiche e gli accertamenti del caso, e che al contempo l’amministrazione faccia una immediata verifica su tutte le fideiussioni depositate in Comune, a partire dal caso dell’imprenditore Bulgarella, per capire se questo della Sviluppo Navicelli sia o meno un fatto isolato.
Dal punto di vista politico e della gestione della cosa pubblica riteniamo che questo ennesima vicenda confermi ancora di più la necessità di un cambio urgente alla guida della nostra città.
Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista