Le ragioni di Renato

www.democraziakmzero.org (di GIANFRANCO FERRARO)
MESSINA. E’ un fatto ormai che Messina viva ormai da mesi in uno stato di continua eccitazione. Era il 22 dicembre 2012, quando, nel “teatro in Fiera”, abbandonato per anni e restituito alla città da quelli che, nei mesi successivi sarebbero diventati “i ragazzi del Pinelli” l’orchestra dell’altro teatro storico della città si riuniva per un concerto gratuito (http://www.youtube.com/watch?v=j-DrAo8NjxI). Quasi un invito a tutti i cittadini di Messina a riprendersi in mano non solo gli spazi abbandonati, ma tutto il destino di una città devastata negli anni da grumi di potere inattaccabili e fondati sul cemento o sul monopolio del traghettamento privato.
Ed è un fatto ormai che a pochi giorni dal voto amministrativo di una delle città più complicate della Sicilia, per anni invischiata in una trama di poteri e di accordi che qualcuno ha definito alla fine degli anni novanta, non a caso, “verminaio”, una forza politica, radicale nei contenuti quanto spregiudicata nelle forme con cui ha costruito il consenso intorno ai propri candidati, si avvia a dare vita ad un esperimento politico impensabile ancora fino a qualche mese fa. Battendo insistentemente quartiere per quartiere, strada per strada, creando capannelli di persone in mezzo alle piazze e organizzando incontri nelle parrocchie, Renato Accorinti ha raccolto in pochi mesi un consenso trasversale, in grado di incrociare buona parte del voto cattolico. Non solo.
Quello che Renato Accorinti, con la sua maglietta “No Ponte” sempre addosso ha fatto è di più: i discorsi storici della sinistra locale, i discorsi per anni relegati dentro la solita vocazione minoritaria sono oggi diventati pane quotidiano del dibattito pubblico. L’onda lunga dell’antipolitica è stata così convogliata dentro un torrente, la cui piena sembra crescere col passare delle ore, che si scaglia a ragione contro chi ha (malissimo) amministrato la città negli ultimi anni (gli ex sindaci Genovese e Buzzanca, il commissario Croce), ma che al tempo stesso non rinuncia a nessuno degli elementi fondanti di una tradizione radicale, attenta ai problemi del territorio, impegnata ad estendere progressivamente i margini della democrazia.
Se Beppe Grillo ha rinunciato al suo tour messinese è perché la lista guidata a Messina da Renato Accorinti si è mossa con la migliore spregiudicatezza politica, dialogando con tutti, ma al tempo stesso fermissima nel rivendicare una certa identità. Futura. Perché la capacità di consenso che Accorinti ha dimostrato a Messina, e che vedremo quanto decisiva alle urne, rende l’esperimento messinese, come lo è stato qualche settimana fa quello della lista “Una città in comune” di Pisa un esperimento pilota.
Accorinti, e i suoi candidati al consiglio comunale o nei vari quartieri, sono andati nei quartieri “difficili”, prendendo un megafono e iniziando a parlare con chi c’era, sono andati nei mercati a riflettere sui problemi quotidiani così come all’università a parlare di “Beni comuni”.
Ed è proprio sui “Beni comuni” che la lista di Accorinti, “Cambiamo Messina dal basso”, ha raccolto intorno a sé le esperienze più radicali – quelle delle occupazioni – così come quei settori giovanili del Pd ormai in aperta sofferenza con la gestione familistica e appropriativa della dirigenza locale e non solo.
Professore di educazione fisica in una scuola media, storica figura del pacifismo messinese, Renato Accorinti si avvia a diventare insieme a un altro grande irregolare della politica peloritana, come Gino Sturniolo, candidato al consiglio comunale, una figura decisiva per comprendere le possibilità della politica futura, non solo a Messina.
Restituire Messina ai messinesi, estendere e legittimare le nozioni di uso civico attraverso l’istituzione di consulte popolari e di un assessorato all’autogestione e ai Beni comuni: sono queste parti decisive del programma, una vera e propria sfida lanciata contro la spada di Damocle puntata di un Comune sull’orlo del default (http://www.facebook.com/groups/296648163795903/?fref=ts). Sfida raccolta e sostenuta, tra gli altri, da Ugo Mattei, Gigi Sullo, Mario Pezzella, Cinzia Arruzza e Elettra Stimilli (http://www.youtube.com/watch?v=LLA2BL-I0Ms).
Una sfida quindi, quella di Accorinti e Sturniolo, che il 9 e 10 giugno non riguarderà, come ormai sembra chiaro, solo i messinesi.

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