Lega superstar e 5 Stelle in difficoltà Salvini: «Niente apparentamenti»

martedì
12 giugno 2018
Testata:
QN
Pagina:
6

Il Pd frana al Nord, ma tiene in alcuni comuni che dava per persi

Ettore Maria Colombo ROMA

IL MINISTRO dell’Interno Matteo Salvini, in maniche di camicia e senza grisaglia ministeriale, esulta parlando dalla sede della Lega: «Siamo diventati la forza trainante del centrodestra. Abbiamo raggiunto risultati commoventi». E nega, per i ballottaggi, apparentamenti col partner di governo, l’M5S. Pure l’altro vicepremier, Di Maio, esulta («Davide continua a vincere contro Golia»), ma non si sa perché, poi ammette, anche se a metà, la cruda realtà («Era un’impresa titanica») e lascia perdere la Bibbia, preferendo accusare i soliti media che «danno una lettura distorta del voto». Parlano i fatti: l’M5S perde al primo turno dove amministrava (Pomezia, Messina, Trapani) e va al ballottaggio in soli tre casi (Avellino, Ragusa, Terni), possibilità che gli è preclusa quasi ovunque compresa la città di adozione di Casaleggio, Ivrea.

E IL MOVIMENTO da ieri è come una pentola bollente. Il Pd registra una tenuta senza ripresa. Il segretario reggente, Maurizio Martina, è felice e parla di una `quasi-vittoria’ («Risultati importanti da cui ricostruire»), ma il Pd governava mezz’Italia di quella andata al voto: finirà per non amministrarne più di un terzo, dopo i ballottaggi. Il responsabile degli Enti locali del Nazareno, Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, dice: «Aumentiamo i voti sulle Politiche e siamo competitivi in quasi tutti i ballottaggi. Il Pd c’è». Non la pensa così l’ex premier, Paolo Gentiloni, che dice con humor british: «Il Pd deve cambiare da cima a fondo, ma la notizia della sua morte era lievemente esagerata».

VEDIAMO, in generale, un bilancio del voto. Si votava in 762 comuni, tra cui 20 capoluoghi di Provincia, 111 con oltre 15mila abitanti: in totale erano 6,7 milioni gli elettori, ma l’affluenza è stata modesta e in netto calo con il 61,2%, contro il 67,2% di cinque anni fa (Sicilia esclusa). La Lega di Salvini è la vera vincitrice di questa tornata di elezioni amministrative, sia come traino del centrodestra sia come forza di un partito che, non solo al Nord Est, è una vera `ruspa’. Nel centrodestra, complessivamente tonico, però, Forza Italia, anche per la presenza di molte liste civiche e locali, continua a dare segnali di affievolimento, o spegnimento, mentre invece Fratelli d’Italia ottiene ottime performance.

I 5 Stelle sono i veri sconfitti: non vanno quasi mai al ballottaggio (tranne in tre città): una vera débâcle, la loro. Il Pd, invece, è una piccola sorpresa: tiene, testardamente, in molte sfide che dava perse, giocandosela ai ballottaggi, vince al primo turno a Brescia e Trapani, ma frana al Nord (Treviso e Vicenza) e in pezzi di Sud (Barletta e Catania). Nei 111 comuni `superiori’ andati al voto, infatti, le amministrazioni uscenti erano per lo più in mano al centrosinistra (61 comuni, pari al 55%), il centrodestra ne aveva 32 (28,8%), il MSS 6 (compresi due Municipi di Roma), rivela la dettagliata analisi dell’Istituto Cattaneo. Il centrosinistra, finora, ha perso più comuni (10) di quelli che è riuscito invece a confermare (9). Il bilancio è nettamente positivo per il centrodestra: conquista 8 comuni e ne perde solo tre. L’MSS ha un bilancio `in perdita’: di sei comuni che controllava, ne perde uno, negli altri va al ballottaggio.

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