Lettera al Presidente della Repubblica sulla situazione della Biblioteca Universitaria di Pisa

Egregio Signor Presidente,

siamo lieti della Sua visita a uno dei luoghi simbolo della storia culturale di Pisa, il Palazzo della Sapienza. Fondato in età rinascimentale, la Sapienza ha rappresentato, a partire dall’Ottocento, il centro pulsante della vita intellettuale della città: fino a un decennio fa questo edificio ed i suoi portici erano incessantemente percorsi da studenti, docenti, cittadini, segno di una comunità vivace e attiva.

Il Palazzo, diviso tra l’Università di Pisa e il Ministero della cultura, ha ospitato sin dal 1823 la Biblioteca Universitaria di Pisa: essa occupava le ali poste a nord-ovest del piano nobile, dove erano situati i locali destinati all’utenza, le sale di consultazione e gli uffici, e le ali a sud-ovest del secondo piano, adibite a magazzini librari.

La Biblioteca Universitaria, che dipende dal MiC, è l’istituto designato alla gestione del deposito legale per la provincia di Pisa. Possiede un patrimonio bibliografico inestimabile di circa 700.000 volumi e 6.500 riviste. Tra i documenti di maggior pregio ricordiamo la collezione di oltre 7mila Cinquecentine, i manoscritti del soppresso Monastero dei Camaldolesi di San Michele in Borgo, il fondo dell’Orto Botanico impreziosito da tavole acquerellate con disegni di fiori, piante, animali e prospetti di giardini, i manoscritti dell’egittologo Ippolito Rosellini, che fu direttore della biblioteca dal 1835 al 1843, i numerosi fondi librari donati da docenti e studiosi, nonché una ricca raccolta di carteggi appartenuti a professori dell’Ateneo pisano, letterati e giuristi tra i quali Carrara, Centofanti, D’Ancona, Ferrucci, Rosini e Savi. Il fondo storico delle tesi di laurea, datate dal 1868 fino alla prima metà del Novecento e composto da circa 20mila tesi manoscritte e dattiloscritte, comprende quelle redatte da personalità politiche ed intellettuali quali Delio Cantimori, Aldo Capitini, Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Ludovico Ragghianti, Carlo Rubbia; un cenno a parte merita la tesi di laurea di Enrico Fermi, ritenuta perduta per anni e ritrovata nel 1990.

Questa lunga digressione, Signor Presidente, è necessaria per comprendere la gravità della situazione nella quale oggi versa il patrimonio della Biblioteca. Nel 2012, in seguito a danni strutturali conseguenti al terremoto che ebbe epicentro in Emilia, il Palazzo della Sapienza venne repentinamente chiuso. Da allora la Biblioteca Universitaria non ha più trovato una degna sistemazione: le collezioni sono attualmente disperse su più sedi in città e fuori, fino a Lucca e a Piacenza, e la consultazione del materiale documentario è resa estremamente difficoltosa, se non a volte impossibile. Si tratta di una perdita incommensurabile per l’intera comunità – non solo per la città di Pisa – e di una indecorosa sconfitta per lo Stato italiano, che si sta mostrando colpevolmente inadempiente nel tutelare questa porzione di patrimonio pubblico.

Ci rivolgiamo dunque a Lei, Signor Presidente, affinché si possa trovare al più presto una soluzione che consenta alla Biblioteca Universitaria di guadagnare finalmente spazi per ospitare tutto il suo prezioso patrimonio documentario, oltre a sale sufficientemente ampie per assicurare agio agli studiosi durante la consultazione. Le chiediamo inoltre di incoraggiare un piano di assunzioni in modo da garantire a tutte le biblioteche pubbliche personale qualificato, ampi orari di apertura e servizi di qualità.

Con i nostri migliori saluti, La ringraziamo per l’attenzione che vorrà prestare a questa causa.

Francesco Auletta – consigliere comunale Pisa della coalizione della sinistra Diritti in comune: Una città in comune –Partito della Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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