Lettera aperta ai dipendenti e alle dipendenti del comune di Pisa

Ciascuno di noi ha sul mondo più potere di quanto immagini (Marguerite Yourcenar)

Come un fiume in piena che scorre lungo le sponde del centro sinistra e del centro destra, le politiche del lavoro attuate dai Governi degli ultimi decenni hanno travolto il lavoro, i suoi diritti, la sua dignità e la sua funzione sociale. Ricordiamo, solo per cenni: pacchetto Treu 1997; Legge Biagi 2003 (con introduzione lavoro interinale e altre forme di lavoro precario); Jobs Act 2001; Riforma pubblico impiego Brunetta 2009 (introduce, tra l’ altro, la decurtazione per malattia); decreto Sacconi 2011 (ha consentito accordi al ribasso e favorito ulteriormente la precarizzazione); in ultimo Decreto Lavoro Meloni (che legittima oltre ogni limite il lavoro a tempo determinato). A ciò si aggiunga l’inqualificabile campagna denigratoria del lavoro pubblico, mirata a creare un “consenso” per svilirne il ruolo e procedere così al suo radicale ridimensionamento in termini aziendali e privatistici, narrando la favola del “Comune leggero”.

Nonostante i tagli del personale dovuto per anni al blocco del turn over, nonostante le esternalizzazioni, le privatizzazioni dei servizi, le riorganizzazioni della Macrostruttura con criteri improvvisati, i “fannulloni e i nullafacenti” sono riusciti, con abnegazione, a garantire i servizi ai cittadini e alle cittadine anche durante l’emergenza della pandemia, quando erano costretti a lavorare da casa, in condizioni di assoluto disagio, per di più con mezzi propri e a spese loro. Questa professionalità che emersa anche nel frangente della pandemia è merito dell’impegno individuale, e non -come sarebbe stato doveroso- di un programma di formazione promosso dall’Amministrazione.

Come Una Città in Comune siamo consapevoli del reale stato delle cose e a tale proposito riteniamo che i processi riorganizzativi della macchina Comunale non possano prescindere da un confronto autentico con chi quotidianamente affronta e gestisce le tante problematiche. L’impossibilità dei lavoratori e delle lavoratrici di incidere sulle scelte organizzative e quindi non sentirsi parte attiva dei meccanismi di trasformazione della macchina comunale induce spesso alla demotivazione.

Riteniamo, ad esempio, che la redistribuzione del salario non debba essere lo strumento per alimentare la competizione, né per garantire premialità per scopi che non hanno a che fare con le funzioni svolte. Questo è un punto dirimente.

Le imminenti elezioni amministrative sono sì un fatto locale, ma è importante che ciascuno di noi alzi lo sguardo “fuori dal Comune”. Le tante questioni nazionali e globali che ben conosciamo, incidono pesantemente sulla nostra vita quotidiana. La possibilità di intraprendere un percorso diverso esige un impegno e una partecipazione attiva di tutti e tutte. Questo “fiume in piena” deve essere riportato nel suo alveo naturale, le cui sponde sono quelle della giustizia sociale e della solidarietà.

Sarà, quindi, nostra priorità mettere al centro il personale comunale e ripensare la macchina amministrativa. Troppo spesso uffici e personale sono stati considerati come pacchi, da spostare in questo o quell’edificio a seconda di voci di possibili vendite o affitto delle sedi comunali. Al contempo alcuni uffici di assoluta rilevanza, si trovano in situazioni di assoluta emergenza.

Per far funzionare il Comune sono necessarie visione generale e pianificazione del personale, insieme alla valorizzazione delle competenze. Per questo intendiamo sviluppare un rapporto diretto e costante con le rappresentanze sindacali unitarie dei lavoratori, sia sotto il profilo contrattuale in funzione di conseguire una maggiore equità salariale, che di contributo costruttivo per la conoscenza della macchina comunale e dei propri assetti organizzativi nel comune interesse di qualificare i servizi resi alla cittadinanza.

Una Città in Comune si propone così come punto di riferimento e di aggregazione di quanti avvertono la necessità non più rimandabile di contribuire con il loro impegno civile, sociale e politico a dare un nuovo orizzonte al Comune di Pisa, alla città di Pisa e non solo.

Una Città in Comune

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