Lettera aperta al presidente dell’ANCI: Recovery plan, siamo all’emergenza democratica

Lettera aperta al presidente dell’ANCI.
Recovery plan, siamo all’emergenza democratica: consigli comunali esclusi dalla definizione dei progetti, e priorità che escludono la possibilità degli enti locali di rispondere alla devastante crisi sociale.
Ci vuole un cambio di rotta urgente

Esprimiamo grandissima preoccupazione per come si sta svolgendo l’iter di definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per questo pensiamo sia urgente da un lato connettersi alle mobilitazioni in atto in queste settimane e al contempo avviare una forte iniziativa istituzionale anche nei consigli comunali. Da qui la lettera inviata come “Rete delle città in comune” al presidente del direttivo dell’Anci Nazionale, in quanto gli enti locali e le comunità che essi rappresentano sono totalmente esclusi da questo processo

La crisi sanitaria, economica e sociale determinata dalla pandemia sta aumentando le diseguaglianze nelle città e gli enti locali non hanno strumenti per dare risposte adeguate, né la condizione in cui versano fa sperare di poter svolgere questo ruolo nell’immediato futuro.

Il Piano potrebbe rappresentare una tappa fondamentale per ridisegnare il paese e offrire un futuro diverso alle prossime generazioni, solo a condizione che non si torni al modello sociale e di sviluppo precedente alla fase pandemica, ma si costruisca un progetto fondato sulla reale applicazione dei principi di uguaglianza, giustizia e coesione sociale sanciti nella nostra Costituzione. Occorre non ripetere gli errori degli ultimi decenni, caratterizzati da una competitività fra territori e città sostanziata privatizzando i servizi e riducendo sempre più il ruolo del pubblico.

Ma i fatti vanno nella direzione opposta: un piano scritto velocemente direttamente dal presidente del Consiglio dei ministri con il supporto di consulenti da lui scelti, un ruolo marginale del governo, e ancora più marginale del parlamento chiamato a “ratificare” velocemente l’atto. Le assemblee elettive, a partire dai consigli comunali, sono esclusi da qualsiasi discussione, e nessun processo realmente partecipativo e democratico è stato attivato, cedendo invece a spinte di gruppi di interesse: basti pensare al caso clamoroso dell’utilizzo di parte di queste risorse per l’acquisto di armamenti.

Priorità come scuola, edilizia residenziale pubblica, trasporto pubblico locale, sanità, lavoro stabile e di qualità, messa in sicurezza del territorio, sostegno al reddito e welfare, sostenibilità e transizione ecologica sono sotto finanziati e in alcuni casi completamente dimenticati; mentre si assiste ad un vero e proprio assalto alla diligenza da parte di lobby per rilanciare il modello speculativo delle grandi opere e della cementificazione del nostro paese.

In questo quadro il rischio è che le risorse non siano indirizzate per progetti che rispondano ai reali bisogni dei cittadini e delle cittadine e per la rigenerazione delle nostre città. Queste nostre preoccupazioni sono ulteriormente aggravate dall’attuale impossibilità degli enti locali a svolgere un ruolo nella fase di crisi sanitaria e sociale. La sospensione del patto di stabilità per i Comuni non è più rinviabile, al pari del problema del debito degli enti: in particolare per i molti EE LL in pre dissesto, per i quali, come diciamo da tempo, servirebbe un audit pubblico. Serve una ridefinizione del ruolo pubblico di Cassa Depositi e Prestiti, che oggi invece svolge un ruolo di prestatore per i Comuni a tassi che minano ancora di più la situazione finanziaria degli enti locali. Necessaria e urgente è infine una profonda riforma della fiscalità locale, improntata alla progressività, e il blocco della cosiddetta autonomia regionale differenziata.

E’ indispensabile quindi che l’Anci si faccia realmente portato della difesa degli enti locali nei confronti del Parlamento e del Governo nazionale per correggere le pesanti deficienze ed errori del Piano. Noi lo faremo in ogni sede istituzionale e in ogni comunità in cui ci troviamo ad operare.

La rete delle Città in Comune

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