“Lo Sblocca Italia privatizza l’acqua”

http://www.tusciaweb.eu/2014/11/sblocca-italia-privatizza-lacqua/

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Bengasi Battisti

Corchiano – Riceviamo e pubblichiamo – L’€™acqua il “€œbene comune per eccellenza”, rappresenta l’€™alto esempio di come un diritto inalienabile può diventare merce su cui lucrare per l’€™arricchimento di pochi a scapito dei tanti.

Il referendum del 2011, con il suo eccezionale risultato popolare, ha posto l’€™acqua tra i diritti da tutelare sottraendola agli interessi tecnocratici e economici e la reazione dei mercificatori dei diritti non si fece attendere.
Da quel risultato tutti i governi hanno tentato di reintrodurre ciò che il referendum aveva cancellato e tutti i tentativi sono stati annientati dalla forza dei movimenti per l’€™acqua e dai ricorsi alla Corte costituzionale.
Anche l’€™attuale governo Renzi con lo “œSblocca Italia”, appena votato alla Camera, seppure con diverso linguaggio, si pone tra coloro che travolgendo diritti e sottraendo i beni delle comunità giungono persino a mercificare l’€™acqua.
Lo “€œSblocca Italia”€ ha il chiaro intento di cancellare la volontà popolare e quelle aggregazioni dei diritti che si sono costruite nei territori e dentro le comunità, con l’€™evidente proposito di ridurre i presidi di democrazia locali e diffusi.
E con l’articolo 7 del decreto “Sblocca Italia”€ si modifica quella parte del Testo unico ambientale (D.lgs 152/2006) che riguarda la gestione del servizio idrico e si impone il gestore unico per ogni ambito territoriale ottimale scelto obbligatoriamente tra chi già gestisce il 25% della popolazione che insiste su quel territorio, introducendo anche l’€™obbligo per un gestore subentrante di corrispondere all’uscente un rimborso secondo i criteri industriali calcolati dall’€™autorità per energia elettrica e gas.
La strada si fa obbligata: le grandi aziende e le multiutilities, quotate in borsa, saranno i futuri gestori allontanando dal controllo locale dei cittadini e dei consigli comunali la gestione del servizio e introducendo quei criteri di mercato che privatizzano l’€™acqua.
Poi la legge di stabilità garantisce a quegli enti che decideranno di vendere a privati le loro azioni o di quotarle in borsa, di poter liberamente usare i proventi al di fuori del patto di stabilità costringendo i sindaci a mettere in vendita i beni primani delle comunità per consentire il minimo di funzionamento ordinario dell’™ente.
Un processo di aggregazioni/fusioni che vedrà Acea, Iren, Hera, A2A, già collocate in borsa, accaparrarsi tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali e energetici per condurli dentro gli interessi delle lobby politico-finanziarie sottraendoli alle comunità.
Strappare i beni primari alle comunità, cancellare il protagonismo dei cittadini privandoli di strumenti di controllo è imposizione, limitazioni alle libertà individuali e sottrazione di ricchezze dei luoghi.
La storia si ripete e ancora una volta per garantire gli interessi dei mercati e delle lobbies si costruisce il piano di aggressioni ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere e si favorisce la dismissione del patrimonio pubblico, l’€™incenerimento dei rifiuti, nuove perforazioni alla ricerca di idrocarburi, costruzioni di gasdotti e deregolamentazioni delle bonifiche.
Continuità con quel passato che mira alla privatizzazione dell’€™acqua e dove comunità e governi locali che resistono diventano avversari da attaccare e annientare

Bengasi Battisti
Sindaco di Corchiano – Coordinamento nazionale enti locali per l’acqua pubblica

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