Lo scandalo del ritiro del bando per le ludoteche

Il primo ottobre, il giorno successivo alla scadenza del bando amministrativa per l’aggiudicazione della gestione dei centri infanzia, adolescenza e famiglia (CIAF/Ludoteche) nell’ambito dell’educazione non formale, il Comune ha deciso la revoca di questa procedura tramite una determina del dirigente Francesco Sardo.

Una decisione temporalmente inspiegabile visto che le criticità che presentava il bando erano da tempo note. Infatti, fin dalla sua pubblicazione (12 agosto 2013) la forma del bando è apparsa oscura, nebulosa, ostica tanto che diverse associazioni e cooperative sociali del territorio, interessate al bando, si sono mosse chiedendo lumi alla Direzione Servizi Educativi, a cui non è seguita alcuna risposta esaustiva.

Alla fine ai dubbi ha dato risposta la determina del Dirigente Sardo che ha annullato il bando. Ha parlato esplicitamente “di vizio per eccesso di potere per illogicità e contraddittorietà interna al bando”,  sia per l’assoluta inadeguatezza dello strumento amministrativo  scelto (una commistione di istituti giuridici di riferimento), sia per palese violazione della normativa sulla trasparenza amministrativa (non aver individuato alcun responsabile del procedimento).

Ma le critiche non riguardano solo la parte formale: nella sostanza, il senso dell’educazione non formale (in cui il percorso educativo, fondato sul gioco non può essere predefinito, perchè si centra sul protagonismo e la partecipazione) è considerata una mera stampella dell’educazione formale, e viene ridotta a corsifici funzionali solo a colmare le lacune della scuola.

Tutto questo è mortificante, perché svilisce il patrimonio delle associazioni e del privato sociale che a Pisa hanno maturato competenze, saperi e pratiche innovative e che sono stati precursori nell’applicazione della la convenzione internazionale dei diritti del fanciullo.

Perché all’interno della programmazione e della definizione delle politiche per l’infanzia non ricorrere a tutte queste realtà che da sempre a Pisa hanno partecipato con responsabilità e competenza ad ogni fase della programmazione dei servizi sociali ed educativi? La partecipazione deve essere un metodo con cui amministrare una città.

Dopo il ritiro del bando, l’amministrazione non ha ancora preso nessun impegno rispetto ai tempi entro i quali potranno essere resi attivi servizi che coinvolgono centinaia di bambine e bambini, di famiglie e di operatori e lavoratori.

Per queste ragioni abbiamo chiesto che l’argomento venga affrontato con la massima urgenza nella terza commissione consiliare. Crediamo anche che debba essere fatta luce su quanto è accaduto e che ha portato al ritiro del bando, e per questo la vicenda sarà da noi portata all’attenzione anche della prima commissione di controllo e garanzia

una città in comune – prc

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