L’operaio è troppo lento e lo mandano via, la Cassazione: “Giusto il licenziamento”

I giudici dell’Alta Corte hanno confermato le sentenze di primo grado e di appello sul licenziamento di un operaio al quale veniva contestato di aver impiegato “più di 3,5 ore” per un lavoro di poco più di mezz’ora

Il lavoratore era stato licenziato nel 2013 perchè “troppo lento” nello svolgere le proprie mansioni. Nelle motivazioni della sentenza, presentate pochi giorni fa, i giudici confermano le decisioni già prese in primo grado e in appello, ricordando che l’azienda contestava all’operaio di aver “impiegato più di tre ore e mezza di tempo per eseguire una lavorazione” quando invece un altro “operaio con esperienza analoga avrebbe eseguito in poco più di mezz’ora”. In più, su di lui pendevano già “tre precedenti sanzioni disciplinari”.

L’azienda lo aveva quindi licenziato, come prevede lo Statuto dei Lavoratori e il Cnl, per “voluta negligenza e lentezza nell’esecuzione del lavoro”.

Gli ermellini hanno quindi confermato il provvedimento aziendale e hanno anche respinto l’ipotesi che vi sia stato un “controllo” eccessivo da parte della società, considerando legittima “l’installazione di impianti ed apparecchiature di controllo poste per esigenze organizzative e produttive o a tutela del patrimonio aziendale” e da cui “non derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività lavorativa né risulti in alcun modo compromessa la dignità e la riservatezza dei lavoratori”.

 

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