«Loro ci sono, noi no: a sinistra un vuoto politico»

martedì
12 giugno 2018
Testata:
CORRIERE FIORENTINO
Pagina:
8

Guelfi: chi governa la città si è allontanato troppo dalle persone che deve rappresentare

L’intervista: c’è stato un vuoto di proposta politica e, si sa, il vuoto in politica non esiste. La Lega a Pisa non ha fatto cose straordinarie né ha, a quanto so, personaggi

«Guardate che la Lega non ha fatto mica nulla di straordinario. Semplicemente c’è, mentre dall’altra parte c’è stato un vuoto di proposta politica». Guelfo Guelfi, classe 1945, una vita a sinistra (Lotta Continua, Pci, Ds e Pd, tendenza fortemente renziana), consigliere d’amministrazione uscente della Rai, è nato e cresciuto anche politicamente a Pisa.

Guelfi, che effetto le fa vedere la Lega al 24,7% con il Pd a inseguire?
«L’effetto che ci fa è: ci dispiace ma è così».

Come, lei che milita da sempre a sinistra resta così scettico?
«No, semmai il contrario. Le racconto una battuta che girava in casa mia, quando ero piccolo: “Per non sembrare solo noi convincemmo alcuni di noi a votare socialista”. La Pisa da cui partii alla fine degli anni Sessanta e a cui faccio ritorno per poi riprendere il largo era una città operaia. Una bella città, piccola, invidiabile, in cui il primo sindaco Italo Bargagna si sosteneva con i voti del Pci e del Psi. La sinistra si sentì forte ma nel 1951 cedette il Comune ad un insegnante democristiano, Renato Pagni. E quella era la Dc dura, quella dello scontro frontale con i comunisti…».

Va bene, ma quella Dc non era comunque come la Lega. «Il punto è un altro. A Pisa straordinari. Semplicemente c’è, è lì, è sull’uscio delle case della nostra gente. Nell’assenza di politica, i leghisti hanno seguito il motto di Totò: “Quando vedo un buco c’entro dentro”».

E un atto d’accusa contro il Pd pisano.
«A Pisa sta succedendo quel che succede sempre quando le forze di governo si allontanano dalle case delle persone che sono chiamate a rappresentare».

Forse la sinistra non ha saputo capire i cambiamenti della città?
«Ci sono accenti e dialetti che si ibridano, ricordi che segnano le stagioni della vita. La fama e l’onore dei centri di formazione d’eccellenza, le biblioteche, la ricerca e le sue conseguenze, ha a che fare con il piglio distratto di un vivere quieto, un po’ megalomane, a volte distratto, incredulo, ipercritico ma non più di altre parti del nostro mondo o di questo reo tempo. E cambiata Pisa? Io la trovo carina, pulita, organizzata. Io la trovo viziata, ripetitiva, con l’allocuzione risolutiva. “Ma che si fa si perde il Comune?”. “P oh!” è la risposta».

Ecco, tra due settimane c’è il ballottaggio. Che succederà?
«Mi chiede chi sarà il prossimo sindaco? Vedremo. Già i pisani scuotono la testa d’abitudine. Vedremo».

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