Mafia, cadono le accuse a Bulgarella

venerdì
27 aprile 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
10

L’INCHIESTA SUI SOLDI DELLE COSCHE

Archiviazione per l’imprenditore di Pisa: non riciclò il denaro di Cosa Nostra. Lui attacca: usate carte false, voglio i mandanti

di Pietro Barghigiani

PISA

Anni di indagini non hanno portato prove o indizi sufficienti a giustificare un processo.

Non ci sono riscontri neanche labili alle accuse mosse contro l’imprenditore Andrea Bulgarella di essere un riciclatore dei soldi del superboss Matteo Messina Denaro. E la conseguenza della fotografia scattata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze è un’archiviazione che toglie l’ombra di Cosa Nostra dall’immagine del costruttore siciliano che della lotta ai mafiosi sostiene di essere un paladino da quando ha iniziato a costruire case e strade nella sua Sicilia.

È un provvedimento quello del Gip del Tribunale di Firenze Alessandro Moneti che chiude il fronte aperto nell’ottobre 2015 (male indagini dei carabinieri del Ros risalgono al 2013) con una serie di sequestri di documenti e una sfilza di indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al riciclaggio e all’appropriazione indebita con l’aggravante del metodo mafioso. Il giudice nella sua archiviazione parziale spazza via lo spettro mafioso per dieci indagati, tra i quali l’exvicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona. Restano le accuse di appropriazione indebita e truffa in concorso per le quali procederanno le Procure di Pisa e Milano per i rapporti del costruttore siciliano con Unicredit e l’allora Banca di Cascina diretta da Vincenzo Littara. Il decreto di archiviazione è chiaro nello stabilire che «non si è giunti a conseguire prove che attestino flussi di denaro o altre utilità di provenienza illecita reimmesse in attività economiche dal Bulgarella, né gli elementi conseguenti dalle indagini permettono sotto questo profilo un vaglio dibattimentale». Il giudice ipotizza legami, anche economici, con esponenti di Costa Nostra «che meritano ulteriori valutazioni»,

Che il costruttore abbia avuto attenzioni di favore sia da parte di Littara che in Unicredit è un aspetto sottolineato dal giudice. «Ma non possono però riferirsi ad agevolazioni di organizzazioni di tipo mafioso» scrive il gip. Riguardo al piano di ristrutturazione dei debiti per decine di milioni in procinto di essere approvato da Unicredit, il giudice rimarca «il trattamento insolitamente privilegiato pur di agevolare il rientro di Bulgarella dall’esposizione debitoria, giungendo ad allontanare funzionari rivelatisi diligenti o a indurli a un comportamento più morbido». Poi distingue: «Da questo dato all’affermazione di un’associazione a deliriquere tra Bulgarella e i vertici della banca vi è un salto logico prima ancora che giuridico, salto che le indagini non hanno superato. Né potrebbe dirsi emerso che i contatti del Bulgarella coi funzionari e i vertici di Unicredit siano stati finalizzati ad agevolazioni organizzazioni di tipo mafioso». Se anche le due banche si sono rivelate “amiche” dell’imprenditore, è la tesi del gip, non per questo si sono mosse in un contesto di agevolazione di tipo mafioso.

Il costruttore non riesce a godersi appieno l’archiviazione. «Sono state usate carte false contro di me e anche pentiti screditati. Ora bisogna capire chi sono i mandanti» dice al Tirreno. E rincara: «Ero tranquillo fin dal primo momento. Per sapere che quelle accuse erano fasulle bastava chiedere chi ero in Sicilia, nella mia città a Trapani e alle istituzioni. C’è amarezza perché un cittadino non può aspettare cinque anni per avere giustizia. Nel frattempo un’azienda di 120 anni e la mia vita sono state quasi distrutte, ma ho resistito. Voglio ricordare che non ho ricevuto neanche un avviso di garanzia. Eppure sono stato mortificato ogni giorno».

Da Littara a Palenzona

Ecco l’elenco dei dieci indagati peri quali il gip Alessandro Moneti ha archiviato le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’appropriazione indebita con l’aggravante dell’art.7 dl 152/91 per l’agevolazione di organizzazioni mafiose.

Andrea Bulgarella, 72 anni, di Pisa, Federico Tumbiolo, 47 anni, avvocato, braccio destro di Bulgarella, di Pisa; Salvatore Bosco, nato aValderice (Trapani), 54 anni, geometradel gruppo, residente a Pisa; Fabrizio Palenzona, all’epoca vice presidente Unicredit, 63 anni; Giuseppe Poma, nato aValderice (Trapani), 67 anni; Roberto Mercuri, nato a Lamezia Terme 45 anni; Massimiliano Fossati, 48 anni, manager Unicredit, Alessandro Cataldo, 61 anni, manager Unicredit; Vincenzo Littara, 76 anni, pisano, ex direttore generale della Banca di Cascina; Giuseppe Sereni, intermediario finanzario, di Pisa.

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