Marchesi, gli “acciacchi” allarmano gli studenti

TIRRENO PISA Pagina: I

Marchesi, gli “acciacchi” allarmano gli studenti

Nonostante le manutenzioni le condizioni del complesso scolastico sono precarie Raccolta di firme da portare in Provincia, incontro sull’emergenza con la preside

di Gianluca campanella 1 PISA

Il complesso Marchesi non sta bene: il fulmine che martedì ha lasciato la scuola senza luce e acqua è solo l’ultimo episodio. L’anno scorso sono stati spesi 4 milioni per rifare il tetto; ora la pioggia non cola più dall’alto, ma entra dai pilastri… È una lotta impari quella che si combatte contro una struttura bellissima, ma altrettanto fragile. Lunedì prossimo il dirigente del liceo scientifico Buonarroti, Mariangela Chiapparelli, ha convocato il comitato studentesco: una riunione a cui partecipano la stessa preside e tutti i rappresentanti dei ragazzi. Tra gli altri argomenti si parlerà della situazione dell’impianto scolastico.

Siamo andati a fare un giro e gli acciacchi si vedono tutti: è vero che il Marchesi lia solo 40 anni e in Italia ci sono edifici dell’Istruzione più anziani (alcuni risalgono addirittura all’inizio del Novecento). Ma è altresì vero che la scuola è nata con la “data di scadenza” incorporata ed era stata progettata per durare 35 anni: si spende più in manutenzione di quanto costerebbe buttarla giù e rifarla. La questione soldi è la chiave: la preside ricorda che la competenza è della Provincia e questi enti sono ormai senza fondi. Quindi l’aiuto va chiesto, ma ci vuole anche il buonsenso: «I ragazzi dovrebbero cominciare a conservare quello che hanno». La settimana scorsa, infatti, ha preso fuoco un bagno; e i banchi nuovi, comprati l’anno scorso, sono già tutti imbrattati. Gli studenti sono combattuti tra la voglia di andare contro – tipica dell’età- e la loro onestà intellettuale; quindi, dopo un’iniziale titubanza, rispondono che il bagno potrebbe essere stato l’atto vandalico di un esterno, ma sui banchi la professoressa ha ragione – solo la Protezione civile può dire di evacuare. Poi rilanciano: «Comunque quel giorno gli allarmi antincendio non sono scattati e le telecamere a circuito chiuso non sono mai in funzione. Quei soldi potevano essere spesi meglio?».
In giro per il liceo ci sono tubi del riscaldamento che hanno perso quasi del tutto la coibentazione: la dispersione termica è elevatissima e le bollette schizzano. Ci sono fili elettrici penzolanti; e muri che in inedia ogni due anni sono imbiancati coni contributi volontari delle famiglie, ma che si sbriciolano per l’umido. Ci sono i secchi a terra per raccogliere l’acqua che filtra. E c’è un cavo parafulmine che ha perso il colleganiento a terra e si attorciglia pericolosamente intorno a una conduttura metallica. Se fosse il suo non funzionaniento il responsabile del ko alla cabina dell’altro giorno? Lunedì prossimo sarà l’occasione per rivendicare la “forza” di 340 firme di studenti da portare in Provincia, raccolte nell’assemblea non autorizzata e autoconvocata proprio di martedì scorso. E sarà anche l’occasione per eliminare le scorie tra Chiapparelli e i ragazzi. La prima racconta che non ha autorizzato semplicemente perché nessuno le ha chiesto un’assemblea, quel giorno i ragazzi volevano solo l’evacuazione. Gli altri sostengono che non sono stati ricevuti. Schermaglie a parte, sembra ci sia collaborazione tra le due componenti. Alla fine della giornata di non evacuazione la dirigente ha anche emanato una circolare per ringraziare tutti: stare senza acqua nei bagni è disumano, ma il regolamento interno prevede che i minori (sono quasi 900 al Buonarroti) possano essere presi solo dai genitori. Una volta en

Condividi questo articolo

Lascia un commento