Martedì riunione della Cut: servono interventi urgenti a sostegno degli studenti e delle studentesse

Dopo oltre due mesi e ripetute richieste e ordini del giorno presentate sia in commissione sia in consiglio comunale la Giunta ha convocato per martedì 9 giugno la Conferenza Università Territorio.

Abbiamo richiesto questa seduta perché riteniamo urgente un confronto serrato tra il Comune e le istituzioni universitarie cittadine alla luce della emergenza Covid-19 e gli effetti che questo avrà sulla nostra città, come sul resto del Paese, a partire dal tema della cittadinanza studentesca che rischia di vedere negato il proprio diritto allo studio, alla conoscenza e all’emancipazione personale da una crisi economica e sociale che colpisce e colpirà maggiormente proprio le famiglie, i singoli e le singole che più avrebbero bisogno di tutele e garanzie.

E’ evidente come le politiche nazionali siano ad oggi assolutamente insufficienti a rispondere ad una serie di richieste sociali, tra le quali il diritto allo studio che per gli studenti e le studentesse diventa l’ennesima mancanza di uguaglianza sostanziale: anni di tagli ai finanziamenti pubblici e moltiplicazioni dei numeri chiusi hanno ridotto l’accesso agli studi universitari e inciso negativamente su situazioni già molto difficili, impedendo nei fatti l’accesso ai gradi superiori di apprendimento agli studenti e alle studentesse provenienti da famiglie economicamente svantaggiate.

Questo non toglie come sia compito anche di un Comune quello di attivare politiche a sostegno degli studenti e delle studentesse in quanto pienamente cittadini pisani. Purtroppo invece chi viene a studiare a Pisa viene considerato semplicemente come un portafoglio da prosciugare, un intruso a cui affittare al nero un posto letto, che deve consumare e non disturbare. La destra ha fatto una intera campagna elettorale contro la presenza studentesca in questi anni. Oggi, anche in una fase di grave emergenza sociale ed economica, si tratta la presenza degli studenti solo come un problema di ordine pubblico, perché la sera frequentano le strade: polli da spennare e sanzionare.

La decisione da parte dell’Università di riprendere la quasi totalità delle lezioni in presenza solo nel secondo semestre prospetta per i prossimi mesi alcuni cambiamenti per la nostra città, che richiedono politiche attive perché Pisa non perda una delle sue più grandi ricchezze: ovvero migliaia di studenti e studentesse che arrivano da ogni parte d’Italia. Ma perché questo non accada occorrono interventi urgenti sul fronte abitativo, su quello della mobilità, degli spazi di studio, di aggregazione, di socialità, sulle politiche culturali e del welfare municipale. Sono tante le campagne che le associazioni studentesche stanno portando avanti in questo senso, rivendicando così i propri bisogni e le proprie necessità, senza che nessuno veda loro come oggetti e non soggetti.

Questa stessa condizione la stanno vivendo tutte le città universitarie del nostro paese. In alcuni casi si stanno avviando sperimentazioni, si sono sottoscritti ad esempio protocolli per contrastare la piaga degli affitti al nero, calmierando i canoni di affitto sul mercato privato, riutilizzando il patrimonio pubblico, ripensando gli spostamenti nella città e i suoi costi.

A Pisa non c’è traccia di tutto questo, per una ben precisa volontà politica di chi amministra la città. Martedì proporremo un pacchetto di proposte su questo tema perché non vogliamo che Pisa si risvegli dopo questa emergenza con meno giovani, con meno ricerca, meno innovazione, meno cultura, meno saperi, perché un parte della sua cittadinanza – quella più viva, fresca, aperta, fatta di contaminazioni – è andata a far germogliare i suoi semi altrove.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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