Meno carne, cure e cinema il tenore di vita sta calando

venerdì
22 giugno 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
VI

Federconsumatori

Meno carne, cure e cinema il tenore di vita sta calando

Ricerca su come cambiano i consumi, più colpito il comparto alimentare

MAURIZIO BOLOGNI

Mangiamo meno carne rossa, che secondo l’opinione di una “corrente di pensiero” salutista potrebbe essere segno di stile di vita più sano. Ma mangiamo anche meno pesce, risparmiamo in medicine e ci curiamo con minore attenzione, andiamo meno a cinema e teatro, abbiamo tagliato la spesa per attività ricreative e culturali. E allora, messi insieme, questi dati dicono un’altra cosa: siamo più poveri, o meglio, non ci riscattiamo dalla crisi che ha colpito 10 anni fa anche la regione. Lo afferma una ricerca di Federconsumatori, che è stata presentata ieri e che è molto significativa per il campione sondato. È estremamente vasto: 15mila toscani, il 53% femmine e gli altri maschi, intervistati tra novembre 2017 e gennaio 2018 utilizzando questionari online inviati dai Caaf Cgil o cartacei distribuiti presso 20 centri Unicoop Firenze).

Per il 70% di loro il tenore di vita è peggiorato, il 40% ha cambiato di “molto” i consumi rinunciando o rinviando l’acquisto di beni o servizi (56%) oppure acquistando prodotti di minor costo (48%), soprattutto in campo alimentare (cala anche il consumo di dolciumi e alcol oltre che di carne e pesce); il 67% ha ridotto le spese per ristoranti e pizzeria; il 48% ha tagliato di “molto” le spese sulla cultura (libri, cinema, teatro), il 64% le ha ridotte sul fronte vacanze-divertimenti; il 75% preferisce recarsi a fare la spesa nei supermercati della grande distribuzione piuttosto che ai negozi tradizionali; il 29% deve rinunciare “molto” alla spese sanitarie (o le rinvia); per il 46% le proprie condizioni economiche in futuro peggioreranno; il 37% (maggioranza relativa) condivide “abbastanza” l’affermazione “la crisi è un’occasione per ridurre sprechi e stimolare comportamenti meno consumistici e più consapevoli”, e per il
51% ciò è già successo “in parte” nella propria famiglia.

«A distanza di 5 anni dal nostro ultimo studio non registriamo cambiamenti significativi, a dimostrazione di un Paese e di una regione ormai bloccati da anni – dice Fulvio Farnesi, presidente di Federconsumatori Toscana – Il quadro racconta criticità. Per circa l’80% degli intervistati non ci sono aspettative positive, e solo il 7% ritiene di migliorare la propria posizione. Un altro dato significativo racconta che è peggiorata sensibilmente la componente alimentare, così come si è ridotta la spesa sanitaria. Il concetto universalistico di salute rischia di essere messo in discussione per la difficoltà di accesso alla cure. Tuttavia, c’è nella scelta dei prodotti alimentari alcune indicazioni che vanno nella direzione di una maggiore qualità: più frutta e verdura e meno cibi precotti. Si può uscire dalla crisi conclude Farnesi – producendo grandi diseguaglianze, come oggi sta accadendo, ma si può uscirne anche migliorando la qualità della vita di tutti i cittadini attraverso un patto tra i vari attori sociali e di rappresentanza che metta al centro il diritto e la tutela della persona in quanto tale e come portatore di istanze».

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