Modifiche al programma di mandato del sindaco: nulla per far fronte all’emergenza, si continua con politiche discriminatorie

Domani il consiglio comunale discuterà le modifiche al programma di mandato del sindaco. Chiunque si aspetta che, a metà del proprio mandato, il sindaco voglia affrontare la grave crisi economica e sociale dovuta al Covid rianalizzando le priorità per il rilancio di Pisa.

Invece nulla di tutto ciò: quanto accaduto nell’ultimo anno e i problemi che si sono aperti ancora una volta non trovano alcuno spazio, nemmeno per essere citati, come se non esistessero. Si conferma quanto denunciamo dal marzo 2020: la giunta Conti manca totalmente di iniziativa nel rispondere alle povertà crescenti nella nostra città, che con la pandemia sono esplose drammaticamente.

La questione sociale, al pari di quella ambientale ed occupazionale, è del tutto estranea alla destra che amministra Pisa. Nello stesso tempo ancora una volta si rafforza il profilo discriminatorio e razzista della giunta che ad esempio continua a mantenere la questione Moschea nel capitolo sulla Sicurezza al punto “Legalità e territorio”: è addirittura imbarazzante che in quel punto la maggioranza ribadisca la propria contrarietà alla realizzazione a Porta Lucca di questo luogo di culto nascondendo il fatto che gli uffici stanno lavorando alla redazione della convenzione e al successivo rilascio del permesso di costruire; il che, sottolineiamo, è semplicemente quello che deve essere fatto in ottemperanza alla sentenza del TAR.

Non solo. Le modifiche al programma di mandato rilanciano, sul fronte del diritto alla casa, il cavallo di battaglia dei criteri discriminatori verso i cittadini stranieri: si riconferma infatti la storicità della residenza come criterio per acquisire punteggio nelle graduatorie e l’impossibilità di autocertificare l’assenza di proprietà all’estero per i cittadini extracomunitari anche quando provengono da paesi in cui l’accesso ai certificati è impossibile o molto difficile. Sotto il falso slogan del “prima gli italiani”, in aperta violazione dei principi della nostra Costituzione sanciti da numerose sentenze sulla questione della stessa Corte Costituzionale, nonostante il ricorso pendente dei sindacati inquilini contro il Comune di Pisa, in nome della propaganda si insiste su provvedimenti in aperto contrasto con le normative vigenti col solo risultato di colpire chi ha più bisogno.

Registriamo anche i clamorosi passi indietro su questioni come l’uscita dalla Società della Salute e la cancellazione dei Consigli territoriali di partecipazione, anche questi slogan lanciati da Conti nel 2018 e su cui abbiamo assistito in questi anni al totale immobilismo della giunta. Partecipazione e politiche sociali sono infatti due dei più grandi buchi neri di una destra che invece di garantire servizi, inclusione, ascolto e coinvolgimento ha portato avanti politiche ad personam, contribuendo sempre più a desertificare i nostri quartieri.

Cultura e spazi per la socialità e l’associazionismo sono infine i grandi assenti, ancora una volta, nel programma di mandato di Conti che in questi tre anni ha amministrato la città senza un assessore alle politiche culturali, di fatto scomparse dai bilanci, rendendo Pisa una città sempre più povera e sempre meno aperta.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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