Variazione di bilancio: una manovra iniqua in cui a pagare sono sempre i soliti noti

Pochi mesi fa si discuteva di cosa fare con il “tesoretto” di 4 milioni di euro avanzato dall’anno prima, oggi viene fuori la dura realtà: i tagli governativi e l’evasione dell’IMU hanno creato un ammanco di 8 milioni. Altro che tesoretto…
Per questo la Giunta aumenterà l’addizionale IRPEF su tutte le fasce di reddito, con aggravi che colpiranno particolarmente le fasce deboli che più di tutte già pagano gli effetti della crisi. L’aliquota per i redditi da 15.000 a 28.000 euro (cioè 1/3 dei dichiaranti complessivi) è triplicata e passa dallo 0,2% allo 0,6%: da 38,20 euro di media a 101,38 euro. Le famiglie con un reddito intorno ai 20.000 euro fino ad oggi pagavano 40 euro, da domani ne pagheranno 105. Chi guadagna 30.000 euro passerà da 60 a 167 euro: quasi il triplo. Per i redditi sotto il 15.000 euro l’anno (24.613 dichiaranti dei 64.060 complessivi), si pagherà lo 0,5%, e siccome l’esenzione arriva solo fino ai 12.000 euro, la fascia scoperta pagherà un’aliquota più che doppia rispetto a quanto pagava fino a oggi.
Da due anni ormai denunciamo come i mezzi a disposizione della SEPI e degli uffici tecnici siano assolutamente inadeguati a garantire dei controlli efficaci: nessuno ci ha ascoltato e oggi ne paghiamo le conseguenze. L’annuncio dell’assessore Serfogli di un impegno di domani sulla lotta all’evasione arriva tardivo: il danno è già fatto, oggi i soliti contribuenti pagano anche per i grandi proprietari immobiliari che evadono le tasse. I 3,7 milioni in meno di evasione IMU coprirebbero il gettito aggiuntivo delle prime tre fasce (sotto i 55.000 euro), che si sarebbero quindi potute mantenere ai livelli attuali.
Ma è l’intera gestione comunale ad essere chiamata in causa: come dimenticare l’accantonamento di 2,9 milioni che dobbiamo di risarcimento per il parcheggio di Piazza Vittorio Emanuele? Senza quella spesa adesso potremmo evitare di alzare le aliquote alle prime due fasce. Così pure per le Stallette e per tante altre spese impreviste dovute alla mala gestione dell’Amministrazione comunale (Sesta Porta, Residenza in via da Buti…).
A tutto questo si aggiunge la gravità di non aver speso nemmeno una parola sui pesantissimi tagli ai trasferimenti statali del governo Renzi, che mentre annuncia il taglio delle tasse costringe gli enti locali ad aumenti spropositati del carico fiscale: dove sono le proteste “da maghi” al tempo dei tagli del Governo Berlusconi? Due pesi e due misure, è evidente, ma il risultato è lo stesso.
Per segnare la gravità della situazione, e per protestare contro le modalità inaccettabili di discussione di questa manovra (il vero bilancio del Comune si approva oggi, quello approvato a dicembre del 2014 è carta straccia), per cui in meno di una settimana si annuncia e si mette in votazione una manovra iniqua e inefficace, oggi abbiamo deciso di non partecipare alla discussione. Una forma di protesta estrema per chi come noi ritiene il Consiglio Comunale il vero luogo in cui affrontare i problemi reali della città: se questo non accade e si vuole trasformare il Consiglio in una farsa, allora noi decidiamo di uscire dal Palazzo e di protestare insieme ai cittadini contro una città ridotta in mutande!

Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista

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