Moschea – L’attacco dell’assessore Dringoli alla Soprintendenza è gravissimo: la giunta condanni simili affermazioni

La Lega è un partito politico sempre più eversivo e gli attacchi nei confronti dei principi costituzionali e delle nostre stesse istituzioni sono quotidiani e sempre più pesanti. A Pisa martedì 14 maggio l’assessore all’Urbanistica Massimo Dringoli, volto presentabile della nuova amministrazione, se ne è uscito con un’affermazione gravissima: “la Soprintendenza è l’unica istituzione veramente fascista che c’è ancora in Italia. È stata istituita dal fascismo ed ha poteri assoluti. Certamente è difficile andare contro ai suoi pareri, ma è anche vero che quando cambiano i Soprintendenti cambiano anche le cose che si possono e non si possono fare”.

Intanto l’assessore non sa di cosa parla: fin dagli stati preunitari sono esistiti organi di tutela del patrimonio culturale e nel 1875, dopo l’Unità d’Italia, è stata istituita presso il Ministero della Pubblica Istruzione la “Direzione centrale degli scavi e dei musei del Regno”, dal 1881 denominata “Direzione generale per le antichità e belle arti”. Le Soprintendenze con questo nome, e allora dipendenti dal Ministero della Pubblica istruzione, nacquero nel 1907.

La cosa che non può passare inosservata è l’accusa di fascismo all’organo centrale di tutela dei nostri beni storico-artistici e del paesaggio, una provocazione mossa da chi governa per conto di una destra che ogni giorno si mette in mostra con proclami autoritari e richiami al fascismo. Un attacco personale, inoltre, nei confronti del Soprintendente Andrea Muzzi, che si è permesso di firmare l’autorizzazione paesaggistica alla realizzazione della moschea a Porta a Lucca, contro la quale questa giunta sta giocando tutte le carte, negando il principio costituzionale della libertà di culto. Non solo: tempo fa Muzzi aveva ricordato che l’Acquedotto mediceo è un bene vincolato e che non può essere nemmeno parzialmente “smontato e rimontato”, come proposto da Dringoli. Questi, in un recente incontro pubblico alla Biblioteca comunale SMS, ha affermato che si era trattato di una provocazione, ma che dobbiamo pensare quando chi rappresenta un’istituzione pubblica lancia con forza un attacco contro il patrimonio culturale e lo rittratta poi solo in sordina magari facendo chiaramente intendere, come ha fatto l’assesore in quella sede, che anche se la tangenziale è un’opera sbagliata è però lautamente finanziata e dunque da fare?

Il potere – dal Pd di Renzi (“Soprintendente è una delle parole più brutte di tutto il vocabolario”) alla Lega – ce l’ha con chi si prende cura del patrimonio e si frappone ai tanti, troppi interessi, compresi quelli da campagna elettorale in chiave islamofobica. È proprio questo carattere eversivo a destare preoccupazione: verrebbe da rispondere a Dringoli “fascista è chi il fascista fa” cioè chi vorrebbe cancellare in un colpo solo gli articoli 9 e 19 della Costituzione. Ma, data la gravità delle sue affermazioni, è necessario che la giunta e il Consiglio comunale stigmatizzino quelle parole e sconfessino l’assessore.

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