Mozione: Costituzione di parte civile del comune di Pisa in relazione al procedimento sugli interramenti di “Keu”

Preso atto che:

  • La chiusura delle indagini da parte della Procura Distrettuale Antimafia di Firenze ha confermato quanto emerso già con l’avvio della inchiesta KEU, ovvero l’esistenza di un ambiguo intreccio tra politica, imprenditoria e criminalità organizzata volto ad evitare i controlli ambientali e così garantire lo smaltimento illecito dei rifiuti conciari del distretto industriale di Santa Croce sull’Arno con il coinvolgimento di imprese accusate di essere controllate dalla ‘ndrangheta calabrese;
  • Insieme ad altri luoghi sul territorio regionale anche la città di Pisa è stata coinvolta nell’inchiesta del Keu per due siti: uno all’interno dell’Aeroporto Militare, dove si è proceduto rapidamente alla bonifica, e l’altro nell’area dell’ex-Vacis.
  • Nel caso dell’ex-Vacis si deve ancora procedere alla rimozione delle sostanze inquinanti che verrà fatta a spese dell’amministrazione comunale per un importo di circa 600 mila euro, a seguito dell’annullamento da parte del TAR dell’ordinanza comunale del sindaco che, su disposizione dell’Arpat, imponeva ai proprietari dell’area la rimozione degli inquinanti.
  • In quell’occasione Comune di Pisa e Arpat sono stati condannati anche al pagamento delle spese legali.

Visto che:

  • Uno studio coordinato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, poi pubblicato da Arpat, ha evidenziato come nelle condizioni ambientali in cui il KEU è stato utilizzato illegalmente in vari cantieri toscani, si può formare cromo esavalente, la forma chimica più pericolosa del cromo, perché fortemente tossica, mutagena cancerogena, oltre che solubile in acqua e quindi mobile nell’ambiente;
  • Dalle verifiche dell’Arpat nell’area ex-Vacis sono stati riscontrati valori di cromo 50 volte superiori ai limiti, fino a 2.683 microgrammi/litro contro i previsti dalle normative in vigore per il cromo rilasciato in soluzione da materiali solidi, con elevatissimi livelli di solfati rilasciati in soluzione, fino a 1.655 milligrammi per litro contro i 250 concessi;

Valutato come:

  • L’operazione di bonifica al momento si profili come costosissima per il modo in cui tali scarti dovranno essere estratti, gestiti e smaltiti;
  • Successivamente all’operazione di rimozione degli scarti dovrà con ogni probabilità essere predisposta un’ulteriore fase di monitoraggio del livello di inquinamento ambientale, anch’esso dai costi presumibilmente elevati;
  • Ad oggi, a seguito di quanto premesso, i costi delle bonifiche rischiano di ricadere sulle spalle dei soli contribuenti toscani, con stanziamenti già effettuati da parte di Regione Toscana e di vari comuni coinvolti inevitabilmente nello scandalo.
  • Quanto detto si configuri, indirettamente, come ennesimo caso di socializzazione dei costi derivanti da mala-imprenditoria e quanto meno da una filiera di controlli e monitoraggi di livello ambientale da ripensare e rafforzare, a seguito di una governance che continua a non porsi il minimo problema sulla sostenibilità delle filiere industriali del territorio;

Considerato che:

  • Dai primi riscontri l’inchiesta, diramata in più linee di indagine, sta portando a più capi d’imputazione e porterà con ogni probabilità a più procedimenti giudiziari;
  • Sono già iniziate le prime conversioni in confisca di parte dei patrimoni di alcuni degli imprenditori coinvolti;
  • La Regione Toscana ha già deliberato di costituirsi parte civilenei procedimenti che seguiranno dall’inchiesta, così come comunicato da varie associazioni ed organizzazioni sindacali di livello regionale e nazionale (Cgil);
  • Stanno deliberando in questi mesi di costituirsi parte civile anche molti dei comuni coinvolti dagli smaltimenti illeciti, come Bucine (AR) e Empoli (FI);
  • E’ quanto mai necessario tutelarsi nei confronti di tutti i responsabili, addebitando loro gli elevati costi che le operazioni di bonifica, monitoraggio e possibili interventi sanitari ed ambientali richiederanno;

Il Consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta

A intraprendere tutte le iniziative necessarie, attraverso gli uffici competenti, per rivalersi legalmente nei procedimenti che scaturiranno dall’inchiesta sui responsabili per i costi e le conseguenze dirette ed indirette che smaltimenti illeciti di KEU hanno avuto e avranno sui cittadini di Pisa, sulla loro salute e sul territorio attraverso la costituzione dell’Ente in qualità di parte civile.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

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