Mozione d’iniziativa popolare sul “Jobs Act”

Domani in consiglio comunale verrà discussa la mozione d’iniziativa popolare sul provvedimento legislativo denominato “Jobs Act”, promossa dal comitato pisano dell’Altra Europa per Tsipras a cui abbiamo contribuito come coalizione raccogliendo le firme e notificandole per portare la discussione in consiglio comunale. Proprio il giorno in cui il Ministro Poletti sarà a Pisa a fare propaganda per il Jobs Act, speriamo che dal consiglio comunale di Pisa arrivi un chiaro no a questo provvedimento.

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Mozione d’iniziativa popolare sul provvedimento legislativo denominato “Jobs Act”

Visto:
il provvedimento legislativo S. 1428 denominato “Jobs Act” assunto tramite legge delega ai sensi dell’art. 76 della Costituzione, da parte del governo presieduto dall’attuale segretario del Partito Democratico Matteo Renzi

Considerate:
Le modalità con cui il provvedimento in oggetto è stato sottoposto all’approvazione del Senato
della Repubblica

Considerato
che, nonostante la genericità della documentazione sottoposta all’iter di approvazione/discussione parlamentare, la suddetta legge delega introduce sostanziali e pesantissime modifiche al sistema giurisprudenziale a tutela dei diritti dei lavoratori tra cui:
• possibilità di manomissione dell’art.18 (già fortemente compromesso dalla riforma Fornero)con la soppressione della reintegra, dando quindi il via libera all’assoluta libertà di licenziamento arbitrario;
• introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che prevede l’assenza completa di tutele, compreso l’art.18, per diversi anni e che va a sostituire l’attuale contratto a tempo indeterminato per i neoassunti;
• soppressione del divieto di demansionamento, con conseguente dequalificazione del
lavoratore, riduzione di salario e rischio di mobbing;
• possibilità pressoché illimitata dell’utilizzo dei cosiddetti voucher per tutti i settori;
• modifica del sistema degli ammortizzatori sociali, con il passaggio da una logica di tutela collettiva e universale ad una tutela sempre più dipendente dalla storia occupazionale e contributiva del singolo lavoratore, molto penalizzante per i lavoratori precari, che hanno un percorso contributivo saltuario e discontinuo;
• modifica delle norme a tutela della sicurezza sui posti di lavoro, eliminando le sanzioni per le aziende che, trovate in condizione di violazione delle norme, avviino procedure di risanamento;
• introduzione della videosorveglianza dei lavoratori, in palese contrasto con l’articolo 4 del c.d. Statuto dei Lavoratori, disposizione ancora più pericolosa, considerato che le
tecnologie moderne permettono un controllo continuo e costante dell’attività lavorativa.

Ritenuto
che il combinato disposto dei provvedimenti attuativi che potrebbero scaturire dall’applicazione della suddetta legge delega determinino il definitivo scardinamento del sistema di contrappesi tra le parti datoriali (pubbliche e private) ed i lavoratori che era stato delineato nella Costituzione della Repubblica e attuato mediante il cosiddetto Statuto dei Diritti dei Lavoratori (L. 300/1970) e da altre norme specifiche.

Constatato
quindi che i lavoratori, in conseguenza dell’applicazione delle norme attuative della suddetta legge delega, sarebbero esposti alla più assoluta discrezionalità delle parti datoriali sia nelle fasi di assunzione che di cessazione del rapporto di lavoro con il conseguente e manifesto attacco al diritto stesso al lavoro, incluso quello alla tutela e sicurezza sui posti di lavoro

Ritenuto
che la pressoché totale precarizzazione delle forme di lavoro, unitamente alla possibilità stessa di demansionamento, introducono di fatto una sostanziale dequalificazione professionale dei lavoratori introducendo una sorta di interscambiabilità nel concetto stesso di lavoro.

Ritenuto
altresì che tali forme di precarizzazione hanno avuto ed avranno ancora di più dopo l’approvazione dei provvedimenti collegati alla legge delega pesanti ripercussioni in ambito sociale con effetti negativi sul tessuto socio-economico delle comunità locali.

Ritenuto
Inoltre che tali forme di precarizzazione e conseguente dequalificazione professionale possono avere ripercussioni negative nelle attività di impresa incentrate sulla ricerca della qualità delle produzioni e dei sistemi di produzione. Qualità, queste, che tra l’altro hanno costituito da tempo una delle principali strategie di impresa sostenute dagli enti locali della Toscana per far fronte alle crisi economiche ricorrenti.

Considerato
che l’iter di approvazione della legge, caratterizzato dall’utilizzo della questione di fiducia su un disegno di legge delega, peraltro dai contenuti lacunosi, contenga aspetti di dubbia legittimità Costituzionale, con particolare riferimento all’art. 76.

Sulla base di quanto succintamente esposto, il Consiglio Comunale di Pisa

invita

Il Parlamento a revocare il provvedimento del Governo,

dispone
L’invio del presente atto al Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.

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