Mozione: Interventi per la tutela del diritto all’educazione e all’istruzione per l’infanzia e l’adolescenza

Di seguito la mozione presentata al consiglio comunale di Pisa da Francesco Auletta, consigliere di Diritti in comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Possibile)

Mozione: Interventi per la tutela del diritto all’educazione e all’istruzione per l’infanzia e l’adolescenza

Visto l’Appello rivolto al Comune di Pisa, e a quelli dell’area pisana, negli scorsi da una rete di associazioni impegnate nella tutela degli interessi e dei diritti dell’infanzia che denunciano il drastico aumento delle disuguaglianze nell’accesso all’educazione e all’istruzione durante il periodo dell’emergenza pandemica;

Visto che secondo i dati disponibili del 2018 sono circa un milione 260 mila i bambini e gli adolescenti che vivono in povertà assoluta in Italia, e rappresentano il 12.6% del totale

Ritenuto che la diffcoltà ad affrontare la crisi derivata dall’esigenza di contenimento della emergenza epidemiologica è proporzionale al grado di fragilità e vulnerabilità delle famiglie e che con l’aggravarsi della povertà economica, aumenta anche quella relazionale ed educativa

Considerato che in una situazione di profonda disuguaglianza le vittime sono soprattutto quei bambini e quelle bambine che, già partendo da una condizione di svantaggio, vedono diminuire in modo esponenziale la parità di accesso alle pari opportunità

Visto che gli insegnanti, i dirigenti scolastici, la comunità educante hanno cercato di garantire l’accesso a all’istruzione ma con esiti disomogenei e differenziati per territorio e per condizioni sociali

Rilevato che secondo una ricerca condotta dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, dei circa 9,5 milioni di lavoratori impossibilitati a lavorare nel mese di marzo, 3,7 milioni vivono in famiglie monoreddito, dove quindi è venuta a mancare l’unica fonte di reddito; la metà di queste famiglie è composta anche da figli a carico; tra loro sono 439 mila i monogenitori (12%).

Considerato che, come scrive Save the Children nel Rapporto “Riscriviamo il futuro” dedicato allo studio dell’impatto del Coronavirus sulla povertà educativa attraverso una indagine campionaria condotta online, dal 22 al 27 aprile, su un campione statisticamente rilevante a livello nazionale, di 1003 minori in età compresa tra 8 e 17 anni,

  • Gli sforzi per raggiungere gli studenti con la didattica a distanza sono talora vanificati dalle condizioni abitative dei minori. Il 42% di loro vive in case sovraffollate, quindi prive di spazi adeguati allo studio. A ciò si aggiunge il numero consistente, il 12,3% dei 6-17enni, che, nel 2019, vive in abitazioni prive di dispositivi quali computer o tablet (850 mila in termini assoluti), percentuale che raggiunge quasi il 20% nel Mezzogiorno. Inoltre, il 57% di coloro che ne dispongono, li deve comunque condividere con altri componenti della famiglia per esigenze sia di studio che di lavoro.

  • La didattica a distanza necessita, per l’utilizzo di piattaforme online, di competenze digitali. Solo il 30,2% dei ragazzi impegnati nella didattica a distanza presenta competenze digitali alte, mentre due terzi hanno competenze basse o di base (ed il 3% nessuna).

  • una famiglia su cinque (21%) vorrebbe una maggiore comunicazione con gli insegnanti, quattro su dieci (39,9%) ritengono che i propri figli non riescano a seguire il ritmo scolastico e dall’inzio del lockdown è aumentata del 50% la quota di chi ritiene che i propri figli abbiano bisogno di un sostegno nello studio (16,6% non ne aveva bisogno prima e adesso sì; 39,9% ne aveva bisogno prima e ne ha ancora bisogno).

  • Tra le famiglie in maggiore difficoltà, molte sono quelle che vorrebbero un aiuto più consistente da parte degli insegnanti (72,4%) e un accesso più semplice alla didattica a distanza (71,5%) perché ritengono le attività scolastiche più pesanti per i loro figli (63,4%), difficili (53,9%), eccessive (46,7%). Tra queste, più di una famiglia su dieci (11,8%) può contare solo sugli smartphone come device per accedere alla didattica a distanza.

  • Nella scuola primaria, quasi un bambino tra gli 8 e gli 11 anni su dieci (9,6%) non ha mai sperimentato le lezioni on-line o lo ha fatto meno di una volta a settimana, mentre la percentuale cala drasticamente per le scuole secondarie di primo e secondo grado (rispettivamente 3% e 1,3%). Più di un bambino o ragazzo su 5 (22,4%), tra quelli che vivono in famiglie più fragili dal punto di vista socio-economico, pensando a quando tornerà a scuola, non si sente sicuro con le materie e vorrebbe più aiuto o supporto.

  • Più di un genitore su 3 (34,7%) è preoccupato rispetto alla possibilità di andare a lavorare o cercare un nuovo lavoro con le scuole chiuse, percentuale che sale al 44% tra i genitori più in difficoltà.

Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco

All’adozione di un Piano Straordinario per la Tutela del Diritto all’Educazione e all’Istruzione per l’Infanzia e l’Adolescenza in vista delle nuove modalità di organizzazione della didattica e dell’educazione, integrando interventi dei settori dell’istruzione, della mobilità, dell’urbanistica, del patrimonio e delle politiche sociali.

All’adozione urgente di tutte le misure necessarie, in completa sicurezza, per garantire il pieno accesso l’accesso alla didattica attraverso:

  • una rilevazione attivata in concerto con le istituzioni solastiche, delle situazioni di difficoltà, con particolare riferimento alla valutazione della sussistenza delle condizioni materiali per proseguire nello studio a casa

    l’attivazione di interventi di accompagnamento delle famiglie più vulnerabili all’accesso alle misure di sostegno prevoste dal Decreto Cura Italia;

  • la dotazione alle famiglie in difficoltà di un pacchetto di agevolazioni tali da consentire la connessione ad una rete internet, tramite WI-FI gratuite o la fornitura di connessioni funzionanti, e la possibilità di avvalersi di consulenze tecniche per risolvere i problemi informatici;

  • se questo non risulta possibile, l’attivazione di percorsi che permettano ai bambini di ricevere correttamente i compiti da fare a casa, o ove questo non sia sufficiente si possano attivare sostegni educativi domiciliari, o utilizzare a fini didattici spazi aperti in cui il pericolo di trasmissione dei contagi possa essere tenuto sotto controllo (per esempio in parchi pubblici o nei giardini degli edifici scolastici);

  • la previsione di programmi personalizzati e condivisi con il mondo della scuola per contenere la dispersione scolastica, che rischia di aumentare in modo esponenziale con le attuali modalità di gestione della didattica;

  • la previsione di attività educative e estive di sostegno e di socializzazione, nel rispetto delle norme relative al contenimento dell’emergenza epidemiologica.

 

Francesco Auletta, Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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