Mozione: Intitolazione di un presidio sanitario pubblico a Gino Strada e Teresa Sarti

Di seguito la mozione presentata al consiglio comunale di Pisa dal consigliere Francesco Auletta (Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile).

Mozione: Intitolazione di un presidio sanitario pubblico a Gino Strada e Teresa Sarti

Premesso che:

Teresa Sarti e Gino Strada sono state due persone con un grande senso di giustizia, lucidità, rigore e una innata capacità di visione e di sognare. Persone che potevano avere una tranquilla carriera di cardiochirurgo lui e di insegnante lei. Ma hanno deciso di non girarsi dall’altra parte di fronte alle immani sofferenze provocate dalla guerra e dalla povertà e, facendo tesoro dell’esperienza di Gino come Cardiochirurgo di guerra nella Croce Rossa, hanno deciso nel 1994 di fondare Emergency, una associazione che poi hanno fatto crescere e che in 27 anni ha curato più di 11 milioni di persone in 19 paesi. Hanno sempre portato avanti i loro principi: la neutralità delle cure, ospedali aperti a chiunque ne avesse ed ha bisogno, senza alcun tipo di distinzione di qualunque genere, la gratuità, perché, paradossalmente, nei paesi in guerra e più poveri del mondo, le cure sono totalmente a pagamento, perché secondo loro le spese mediche non dovevano essere in alcun modo a carico del paziente. E questo valeva anche per l’Italia, dove ci si è spinti sempre di più verso una sanità privata, scelta che abbiamo pagato a caro prezzo durante la pandemia. L’hanno fatto portando una medicina d’eccellenza, perché hanno sempre pensato che il fatto di essere in paesi in guerra, o poveri, non dovesse significare accontentarsi di portare cure scadenti., perché i pazienti hanno il diritto di ricevere le stesse cure che riceviamo noi in Europa. Hanno, con Emergency, intrapreso sfide che sembravano impossibili, come quella di aprire nel 2003 un Centro di maternità in Afghanistan, ad Anabah nella valle del Panshir, o come quella di aprire nel 2007 un Centro Cardiochirurgico in Africa, il Salam Center a Khartoum in Sudan, facendolo diventare un centro di riferimento per tutti i paesi africani. Sono riusciti a portare al tavolo con Emergency i rappresentanti di Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Eritrea, Ruanda, Sierra Leone, Sudan e Uganda per discutere su come garantire anche ai cittadini africani il diritto a una sanità gratuita e di alto livello. Le conclusioni del seminario sono state elaborate nel “Manifesto per una medicina basata sui diritti umani”, nel quale i firmatari riconoscono il “diritto ad essere curati” come un “diritto fondamentale e inalienabile appartenente a ciascun membro della famiglia umana” e chiedono una sanità basata sull’eguaglianza, sulla qualità e sulla responsabilità sociale”. Perché a chi dice, solo a parole, che vanno aiutati a casa loro, Gino, Teresa ed Emergency hanno sempre risposto facendolo.

Considerato che

Gino e Teresa, tutto questo non l’hanno fatto perché erano semplicemente persone buone e pacifiste, ma perché erano contro la guerra, conoscendone la bestialità e la totale inutilità. Toccando con mano, Gino, e vedendolo con i propri occhi Teresa, che il 90% delle vittime della guerra sono civili e che di questo 90%, un terzo sono bambini vittime privilegiate delle mine antiuomo. Da qui l’impegno di Emergency in prima linea, nella campagna che portò alla legge che vieta la produzione di mine anti uomo su territorio italiano. Non a caso, Gino Strada ripeteva spesso: io non sono un pacifista, io sono contro la guerra”, perché, “come le malattie, anche la guerra deve essere considerata un problema da risolvere e non un destino da abbracciare o apprezzare”.

Ritenuto che

È importante trarre un insegnamento da una frase che amava ripetere Teresa Sarti:“Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza accorgercene”. E infatti, Gino e Teresa di pezzettini per rendere questo mondo migliore ne hanno messi insieme tanti. E come amava dire Gino Strada:

Quel che facciamo per loro, noi e altri, quel che possiamo fare con le nostre forze, è forse meno di una gocciolina nell’oceano. Ma resto dell’idea che è meglio che ci sia, quella gocciolina, perché se non ci fosse sarebbe peggio per tutti. Tutto qui. È un lavoro faticoso, quello del chirurgo di guerra. Ma è anche, per me, un grande onore”.

Ritenuto che

Meritino, quindi, un riconoscimento dalla nostra città mediante l’intitolazione di un presidio sanitario pubblico, in nome della gratuità, della qualità e dell’impegno per il benessere della collettività che lo stesso sistema sanitario nazionale riconosce come suoi principi fondanti.

Visto che

già altre amministrazioni comunali, come i Comuni di Roccastrada (GR) e Pescara, hanno in corso le procedure per l’intitolazione di presidi sanitari a Gino Strada.

Considerando che

quanto premesso può convincere il Ministero dell’Interno, attraverso il Prefetto, ai sensi dell’art.4 della L.n.1188 del 23/6/1927 e del DM 25/9/1992, a concedere la deroga alla norma, imposta dalla stessa legge, che siano trascorsi almeno 10 anni dalla morte della persona a cui si intitola un luogo pubblico;

Il Consiglio comunale di Pisa impegna il Sindaco e la Giunta a:

  • porre in essere la procedura amministrativa atta ad intitolare a Gino Strada e Teresa Sarti un presidio sanitario o sociosanitario pubblico della città di Pisa;

  • a condividere nella commissione consiliare di competenza la scelta dello spazio da individuare per l’intitolazione.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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