Mozione: Rinnovare il blocco degli sfratti e garantire il diritto all’abitare nella persistente crisi pandemica

Di seguito la mozione presentata al consiglio comunale di Pisa dal consigliere Francesco Auletta (Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile).

Mozione: Rinnovare il blocco degli sfratti e garantire il diritto all’abitare nella persistente crisi pandemica

Constatato che:

  • la crisi economico-sociale, legata alla pandemia da Covid-19, richiede tempi lunghi per essere superata e che la fase emergenziale non può dirsi conclusa, essendo anzi il contagio in forte ripresa;

  • la perdita di posti di lavoro per l’emergenza Covid-19 non è stata compensata dalle recenti nuove assunzioni, la maggioranza delle quali è avvenuta con contratti a tempo o contratti atipici che, per definizione, non garantiscono continuità e sicurezza di reddito;

  • in base ai dati OCSE, l’Italia è il paese europeo nel quale i salari negli ultimi 30 anni sono rimasti fermi o sono addirittura diminuiti, a fronte di un costante aumento degli affitti sul mercato privato e una strutturale incapacità dell’edilizia residenziale pubblica di soddisfare le domande di alloggio a canone sociale delle fasce più deboli della popolazione;

  • già nel 2019 i canoni di affitto incidevano, per molte famiglie, per oltre il 40% del reddito percepito;

  • nel 2020 erano circa 1,5 milioni le famiglie che presentavano un disagio abitativo, di cui 800.000 con disagio acuto e 700.000 con disagio grave, e che tra queste 650.000 famiglie circa erano senza casa nonostante figurassero in una graduatoria utile per un alloggio ERP;

  • il drammatico caro bollette, arginato dal governo solo in parte e senza misure strutturali, unito al rischio di inflazione ha messo e metterà molte famiglie in serie difficoltà economiche;

  • nell’attuale scenario, è concreto il rischio per molte famiglie di non riuscire a sostenere con regolarità il pagamento dei canoni di affitto, il cui numero si andrebbe ad aggiungere ad almeno 100.000 nuclei familiari o singoli su sui già pesa uno sfratto esecutivo.

Ricordato che:

  • il decreto-legge “Cura Italia” aveva previsto la sospensione degli sfratti per morosità incolpevole fino al 31 agosto 2020 e che tale sospensione, attraverso gli ulteriori decreti Rilancio e Milleproroghe, era stata ulteriormente spostata fino al 31 dicembre 2021;

  • il blocco degli sfratti non è stato rinnovato e che, pertanto, dal 3 gennaio sono riprese le esecuzioni di sfratti con le forze dell’ordine anche per le morosità incolpevoli;

  • lo stato di emergenza, dichiarato con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, è stato ulteriormente prorogato fino al 31 marzo 2022;

  • la Corte Costituzionale è intervenuta recentemente, con la sentenza 11 novembre 2021, n. 213, per confermare la legittimità del provvedimento governativo di sospensione degli sfratti per morosità incolpevole, interpretandola come misura di solidarietà sociale giustificata dallo stato di emergenza determinato dalla pandemia e, pur sottolineando il carattere temporaneo di questa misura, ha ribadito la facoltà del legislatore di intervenire a difesa del diritto all’alloggio ove l’evolversi dell’emergenza epidemiologica lo richiedesse;

  • la sospensione degli sfratti riguardava tutte le categorie immobiliari, sia abitative che commerciali o industriali;

  • all’interno del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA) avviato ai sensi dell’articolo 1, comma 437 e seguenti della Legge 160/2019 e regolato dal decreto-legge 395 del 16 settembre 2020, con l’obiettivo di “ridurre il disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie”, sono risultate 271 le richieste ammesse al finanziamento, di cui 263 proposte e 8 progetti pilota, ma soltanto i progetti pilota e 178 proposte risultano a oggi finanziate;

  • a esclusione di tale Programma, da quando è esplosa la pandemia, i governi nazionali non hanno messo in campo nessuna strategia strutturale per rispondere al diritto all’abitare delle fasce deboli della popolazione, né finanziando la manutenzione ordinaria e straordinaria degli oltre 60.000 appartamenti di edilizia popolare vuoti da anni, né adottando un piano straordinario per la realizzazione di alloggi popolari a consumo di suolo zero con il recupero del patrimonio immobiliare vuoto e/o abbandonato, né avviando un negoziato con le organizzazioni dei proprietari per concordare canoni calmierati, adeguati alle effettive capacità di spesa delle famiglie.

Ricordato altresì che:

  • i Comuni possono contribuire in maniera positiva alla soluzione dell’emergenza casa con la messa a disposizione di tutto il proprio patrimonio immobiliare dismesso e con l’uso del patrimonio pubblico dismesso a qualunque titolo;

  • i Comuni possono promuovere accordi con le associazioni dei proprietari per incentivare la stipula di canoni concordati, sostenibili rispetto al reale livello delle retribuzioni.

IL CONSIGLIO COMUNALE CHIEDE:

Al Parlamento e al Governo:

una proroga degli sfratti per morosità incolpevole almeno fino al 31 luglio 2022.

Al Governo e alle Regioni:

un significativo rifinanziamento dei fondi di contributo agli affitti, far fronte al progressivo e significativo aumento delle richieste, evitando così una crescita esplosiva delle morosità incolpevoli;

una semplificazione delle diverse procedure previste per il sostegno all’affitto e per il contrasto alla morosità incolpevole, sia sul fronte dell’accesso alle procedure – che tenga conto del divario digitale nella popolazione e non preveda nessuna forma di discriminazione diretta o indiretta – che su quello dei tempi di erogazione dei contributi;

l’individuazione di immobili pubblici inutilizzati, compatibili con finalità residenziali, per poter agire sul bisogno della casa senza ipotizzare ulteriori consumi di suolo e riutilizzando in tempi rapidi il patrimonio dismesso, evitando la sua alienazione a privati.

Impegna il sindaco e la giunta a prendere tutte le iniziative urgenti e necessarie, a partire dal coinvolgimento dell’Anci, per dare seguito a queste richieste nei confronti del Governo e del Parlamento.

Impegna il Presidente del Consiglio comunale a trasmettere il seguente documento al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai gruppi parlamentari, alla Prefettura di Pisa.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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