Musei o centri giovani così tornano in vita le piccole stazioni abbandonate da Fs

domenica 5 ottobre 2014, REPUBBLICA FIRENZE Pagina: V

Musei o centri giovani così tornano in vita le piccole stazioni abbandonate da Fs

LA VECCHIA stazione di Barberino Val L D’Elsa, dove fino ad oggi a vincere è stato l’abbandono e l’incuria, potr ebbe divent are l a sede di inc ontr i e riunioni per giovani e adolescenti del posto. EquelladiCollesalvetti, inprovincia di Livorno, uno spazio dedicato alle attività di formazione della Pubblica Assistenza. E il piccolo e inutilizzato scalo di Isolad’Arbia, nel senese, unmuseo direperti archeologici con laboratori per le scuole.
La nuovavita delle stazione dimenticate passa attraverso i progetti delle associazioni di volontariato e degli enti locali. Idee che spesso si fermano scontrandosi con le difficoltà economiche e il cattivo stato degliedifici. Mache, seportati a termine, possono trasformare un “nonluogo” lasciato asestesso in uncentroutile allacomunità. Così èsuccesso fino ad oggi in 47 stazioni: a Marradi, dove la “Compagnia per non Perire d’Inedia” ha trasformato la stazione in un centro per corsi di musica e spettacoli con una sala di incisione e una per gli strumenti. AFiesole-Caldine, con i locali e l’atrio messi anuovo e occupati dalla vigil anza antincendi boschivi. ABorgo a Buggiano, con il presidio della Croce Rossa e a Rignano dove accanto alla sala d’aspetto c’è la sede della polizia municipale.
E così potrebbe succedere anche a Navacchio, a SanFrediano aSettimo, aSieci e in tanti tra i 159
scali “impresenziati”, dove non c’è più il personale di Ferrovie e tutto viene gestito a distanza tramite sistemi informatici. In Toscana ce ne sono 26 sulla Lucca-Aulla, 18 sulla Pisa-Lucca-Firenze, 12 sulla Livorno-Grosseto e 11 sulla Firenze-Chiusi. Spesso si tratta di piccoli edifici di provincia in stato di abbandono, fatiscenti e inutilizzati. Altre volte di grandi fabbricati, come Viareggio Scalo o Firenze Castello e Statuto.
Da anni esistono accordi con gli enti localienelnovembre 2013 neènatouno tra Ferrovie e il Csvnet, la rete nazionale che raccoglie le associazioni di volontariato, per concedere in comodato d’uso gratuito le stazioni impresidiate. In Toscana, ad oggi, sono state 41 le stazioni richieste da 26 associazioni. In trentacasilo scalo èstatodichiaratonon disponibile da Rfi, perché già utilizzato da altri enti o perché su una linea ancora attiva. 6, invece, le stazioni disponibili mentre5 associazionisonoancorain attesadirisposta. Inunanno, quindi, ancora nessun nuovo progetto è andato a buon fine. «E impegnativo – spiegano dal Cesvot che ha il compito di raccogliere i progetti delle associazioni toscane e inviare le richieste a Rfi -, per le associazioni ci sono investimenti da fare per ristrutturare le stazioni. È comunque ancora presto per fare un bilancio».
Tra le stazioni disponibili c’è quelladi Navacchio, in provincia di Pisa, dove la Misericordia ha intenzione di creare un centro di ascolto per le marginalità sociali. A Isola d’Arbia il Centro Studi Farma Merse ha invece intenzione di creare una biblioteca-archivio sul restauro archeologico con l’ambizione di dar vita a un museo che conservi i reperti e le rarità in possesso. «Aspettiamo di fare il sopralluogo – spiega Angelo Voltolini, presidente del Centro – ci sarà da imbiancare, farelevolturedelleutenze, da pagare i corrieri per portare armadi, panche e strumenti. Con spese fino a 3 mila euro possiamo farcela». Chi ha già rinunciato, invece, è l’associazione I Care di Arezzo a cui Rfi aveva reso disponibile la stazione di Rigutino: «Non è adatta al nostro progetto -dice Pier Luigi Ricci – è un’offerta svantaggiosa perché lo stabile è in pessime condizioni». Qui, dove Ricci avrebbe voluto creare un laboratorio per la trasformazione di prodotti agricoli e una casa famiglia per minori, c’èdarifareiltetto, risistemaregliimpianti, installare il riscaldamento. «Bisognerebbespendereoltre 60 milaeuro – dice Ricci – non possiamo permettercelo». Rigutino era stata offerta anche all’associazione dei radioamatori Cisar: «E’ malridotta-diceJacopo Delli, dopo il sopralluogo – volevamo creare una biblioteca e una scuola con eventuali allievi radioamatori. Ma stiamo valutando se continuare o rinunciare all’idea».

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