Musei pisani ‘abbandonati’ «Al S.Matteo solo 7mila visite»

venerdì
15 giugno 2018
Testata:
NAZIONE PISA
Pagina:
7

CULTURA L’ALLARME DELLE LISTE DI CICCIO AULETTA

LA SPESA statale italiana per i beni e le attività culturali rimane fra le più basse d’Europa. «Con la Riforma Franceschini del 2014, netta separazione. Da una parte totale autonomia a venti grandi musei; dall’altra i piccoli musei nazionali, tra cui il San Matteo a Pisa e la Certosa di Calci, abbandonati senza finanziamenti né personale», così gli esponenti di Una città in comune, Partito della Rifondazione Comunista, Possibile. «I musei nazionali pisani dipendono dal Polo museale della Toscana e da qualche mese il loro direttore pro tempore è lo stesso Soprintendente regionale, che assai di rado raggiunge la città della torre. Intanto, anno dopo anno diminuisce il personale di custodia e così pure i visitatori: nel 2017, secondo i dati del Ministero dei Beni Culturali, il San Matteo ne ha raggiunti 12.277, di cui 7.004 paganti, Palazzo Reale 13.584 di cui 1.427 paganti. In quest’ultimo decennio le amministrazioni hanno dimenticato il San Matteo, che non è segnalato ai turisti da alcun cartello stradale e non ha collegamento con la Piazza del Duomo. Peggio andrà se al governo arriverà chi rivendica l’ignoranza come un valore». Quindi l’affondo. «In campagna elettorale hanno proposto di ricostruire in stile i principali ponti della città ed hanno minacciato di riappropriarsi del Teatro Rossi, e magari di rilanciare il folle progetto degli Uffizi pisani, secondo un modello di gestione sempre più privatistica dei luoghi della cultura – chiude la nota -. Si è parlato e si parla tanto di identità locale e di pisanità, ma nessuno si cura del fatto che una delle anime della città si stia lentamente spegnendo».

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