Nel decreto del governo un paletto alla Bolkestein

TIRRENO PISA; pagina II (di Giovanni Parlato)
Nel 2020 le spiagge andranno all’asta, intanto il Comune potrebbe acquisire le aree demaniali della costa e vendere gli immobili ai gestori degli stabilimenti
L’articolo 56 bis del “Decreto del fare” potrebbe dare una mano ai gestori degli stabilimenti balneari le cui spiagge, secondo la direttiva Bolkestein, andranno all’asta nel 2020. Perdere tutto fra cinque anni e mezzo è una prospettiva che non spinge a investire nella propria attività, ma so prattutto si prospetta una lunga e snervante attesa. Intanto, nel decreto del governo in cui si parla di federalismo demaniale potrebbe concretizzarsi un elemento che renderebbe la vita difficile alla Bolkestein o, meglio, a chi vorrebbe inserirsi nelle aste per acquistare gli arenili.
In pratica, lo Stato potrebbe passare le proprie aree ai Comuni. Per rendere possibile questo passaggio, le amministrazioni comunali devono inoltrare entro il 30 novembre all’Agenzia del Demanio la richiesta di acquisizione degli immobili. Entro due mesi, l’Agenzia, valutata la richiesta, comunicherà quanto deciso e nel caso di risposta affermativa il trasferimento avverrà a titolo non oneroso. Il primo Comune che si è mosso è Rimini la cui amministrazione ha già fatto richiesta di acquisizione del lungomare. E proprio a Rimini si è aperta ieri la Fiera sul Salone internazionale che si occupa dell’attività degli stabilimenti balneari. Nell’ambito di questa fiera, anche tavole rotonde sul decreto del fare per capire meglio come può incidere sulla Bolkestein. C’è chi vorrebbe estendere il termine immobili anche alle spiagge in quanto considerati terreni «ma non credo proprio che il decreto del governo possa essere letto in questo modo», specifica Alessandro Cordoni, responsabile Confesercenti del litorale, da Rimini dove si trova.
Sicuramente, l’articolo 56 bis va incontro a quella che è una linea già sposata dall’amministrazione comunale. Infatti, il Comune, con il consenso delle associazioni di categoria, è favorevole a dare l’opportunità agli attuali gestori degli stabilimenti di comprare gli immobili che sono sul demanio comunale. Quindi, cabine, ristoranti, bar, servizi, casine, parcheggi e magazzini diventerebbero di proprietà. Tuttavia, ci sono immobili e servizi che sono sul demanio statale e sono esclusi da questa manovra. Il decreto del fare del governo permette il passaggio dell’area demaniale dallo Stato al Comune col risultato di rendere omogeneo tutto il lungomare.
In questo modo, la Bolkestein viene rispettata, ma resta molto meno appetibile perché chi vuole partecipare all’asta nel 2020 si ritroverebbe ad acquisire solo l’arenile svincolato dai servizi.

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