No al nuovo piano di Cittadella Aeroportuale: il territorio non è un asset di Toscana Aeroporti

L’amministratore delegato di Toscana aeroporti, Roberto Naldi, ha presentato un’osservazione al Piano strutturale intercomunale per quanto riguarda le aree nel quartiere di San Giusto interessate dalla previsione sbagliata, e da noi sempre fortemente contrastata, della cosiddetta “Cittadella aeroportuale”: un mega centro congressi con annessi alberghi e servizi vari.

Nel documento presentato si propone di realizzare, al posto del centro congressi, nuove residenze, un campus universitario, aree commerciali e direzionali, un albergo, un asilo nido, un cohousing per anziani, un centro sportivo, etc.: troviamo questa proposta semplicemente irricevibile.
Si prova infatti a mandare in soffitta un piano che ha sempre fatto acqua da tutte le parti – ad esempio era assolutamente insostenibile dal punto finanziario – nonostante le ingenti risorse pubbliche spese per la sua valutazione, per sostituirlo con un altro forse meno campato in aria economicamente per i profitti privati ma che però si presenta come l’ennesimo progetto di consumo di suolo senza alcuna motivazione di interesse pubblico.

Si tratterebbe della trasformazione delle aree a Ovest dell’aeroporto, di cui la stessa Toscana Aeroporti è proprietaria, attualmente agricole e ad alta pericolosità idraulica, per fare nuovi edifici di cui la città non ha bisogno con l’unico obiettivo della loro valorizzazione economica.

Ma che senso ha che Toscana Aeroporti, nata per gestire gli scali toscani, si lanci così prepotentemente nel campo delle operazioni immobiliari? E come è possibile che si cambi idea sul futuro di un pezzo in intero di città in modo così radicale senza aprire prima un ampio dibattito pubblico sulle necessità del quartiere, della città e dello stesso aeroporto pisano?

La previsione di cittadella aeroportuale infatti era stata presentata come unica soluzione possibile fino a poco tempo fa e inserita con una apposita variante nel Piano Strutturale: qualcuno si è domandato ad esempio se sia sensato prevedere residenze e servizi per utenze vulnerabili (asilo e cohousing per anziani) in un’area adiacente ad un aeroporto con previsioni di espansione?

Siamo molto preoccupati che la giunta Conti voglia dare il via libera a questa operazione che invece andrebbe stoppata sul nascere per ribadire che il territorio pisano non è un mero asset a disposizione degli imprenditori, ma è prima di tutto un luogo in cui vivere perseguendo la miglior qualità della vita possibile.

Lo stesso dicasi per la Regione, alla quale sin d’ora diciamo che non è pensabile stendere l’ennesimo tappeto rosso ad un soggetto privato (partecipato anche dagli enti locali) che giorno dopo giorno ha dimostrato come il proprio profitto sia l’unico obiettivo di interesse: è necessario tornare a parlare di cosa realmente serva alla nostra città.

Siamo ancora una volta di fronte ad una idea di sviluppo urbano inteso solo come nuovo cemento e nuovo consumo di suolo, finalizzati alla valorizzazione del patrimonio privato, unico motore dell’economia cittadina. Ma noi ci chiediamo: cosa ci guadagnano davvero i cittadini pisani da queste scelte politiche?

Purtroppo nemmeno la sempre più evidente emergenza climatica e il suo drammatico impatto sulle città, sono sufficienti per fermare operazioni che nulla hanno a che vedere con la tutela del bene comune del territorio e dei suoi abitanti.

La città pretende una vera riqualificazione del quartiere, non speculazioni mascherate da valorizzazioni.

Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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