No alla vendita delle case popolari

Una città in comune e Rifondazione Comunista aderiscono alla giornata di mobilitazione nazionale indetta dall’Unione Inquilini per il 6 novembre contro la messa all’asta di un milione di case popolari. Per questo abbiamo presentato una mozione in consiglio comunale perchè anche il comune di Pisa prenda una posizione contro questo ennesimo iniquo provvedimento del governo Renzi.
Di seguito il volantino nazionale dell’Unione Inquilini:

Il Ministro delle infrastrutture Lupi ha inviato alla Conferenza Stato –Regioni lo schema di decreto relativo alle procedure di alienazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica ( Comuni, Ater, Aler, Iacp etc).

Il decreto in questione è in applicazione dell’articolo 3 comma 1 della legge 28 marzo 2014, n 80, (il famigerato piano casa di Lupi). Il decreto prevede:

1)      La definizione di nuovi programmi di alienazione approvati da comuni e Iacp, Ater, Aler etc.

2)      Gli immobili interessati sono quelli attualmente con condomini misti, gli immobili fatiscenti, i locali commerciali, e quegli alloggi per i quali la manutenzione o la ristrutturazione hanno costi insostenibili per l’ente gestore, in pratica tutti visto che comuni e iacp dichiarano di non avere alcuna risorsa per le manutenzioni, riguarda tutte le case popolari;

3)      Gli immobili con alloggi fatiscenti potranno essere venduti in blocco:

4)      Gli alloggi saranno venduti  attraverso asta pubblica;

5)      Il prezzo di base d’asta  sarà quello di mercato;

6)      Gli assegnatari in possesso dei requisiti per la permanenza nelle case popolari  avranno il diritto alla prelazione nell’acquisto  ma al prezzo di aggiudicazione a seguito dell’espletamento dell’asta;

7)      Gli assegnatari dovranno esercitare il diritto di acquisto entro, soli, trenta giorni dalla data di aggiudicazione all’asta;

In questo modo il Governo avvia lo smantellamento completo della presenza di alloggi pubblici per lasciare libero spazio alla speculazione edilizia e al libero mercato, Costringendo gli assegnatari o a indebitarsi per l’acquisto di alloggi senza manutenzioni oppure alla precarietà abitativa visto che il loro alloggio sarebbe comprato da un privato, che se lo è aggiudicato al prezzo d’asta e di mercato.

Il Governo fa una azione socialmente riprorevole che non tiene conto degli effetti sul milione di famiglie che vivono in case popolari e tantomeno delle 650.000 famiglie collocate nelle graduatorie comunali e alle 70.000 famiglie che ogni anno subiscono una sentenza di sfratto nel 90% dei casi per morosità .

L’Unione Inquilini lancia una campagna nazionale per chiedere a Regioni e Comuni di rigettare il decreto e chiede in particolare alle Regioni di chiedere l’incostituzionalità della norma che ha generato il decreto.

Promuoviamo e organizziamo assemblee in tutti i caseggiati di case popolari blocchiamo la volontà di allargare la precarietà abitativa nel nostro Paese

Condividi questo articolo

Lascia un commento