Nomine nelle società: Conti chiede di togliere il vincolo dei due mandati per consolidare il sistema di potere

La Giunta Conti ha molta fretta di approvare il nuovo atto di indirizzo per le nomine e designazioni dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni: l’atto sarà presentato nella seduta di lunedì.

Se da un lato è indubbio che l’atto vigente, risalente al 2006, è molto vecchio e necessita di aggiornamenti fisiologici connessi alle modifiche normative nel frattempo intervenute, dall’altro non si capisce perché in questi sei anni la Giunta Conti non abbia mai sentito la necessità di aggiornarlo mentre ora in tempi ristretti ne presenta uno ex novo.

La spiegazione la troviamo nei contenuti del nuovo documento e in particolare in una modifica richiesta dallo stesso Conti, ovvero quello di togliere tra le cause di incompatibilità e di esclusione l’aver ricoperto lo stesso incarico per due mandati consecutivi. Si tratta di una scelta inaccettabile che va in controtendenza con quanto fanno la quasi totalità dei principali dei comuni della nostra Regione, da Firenze a Grosseto, ma anche con quel principio guida di buona amministrazione che è la rotazione degli incarichi soprattutto se fiduciari.

Si tratta quindi di una proposta non solo politicamente sbagliata ma anche controproducente per le diverse società di cui il Comune è socio in cui si andranno così a consolidare delle figure di “dominus” che non contribuiranno al miglioramento della gestione della cosa pubblica e sono perciò da evitare.

Il sistema delle nomine nelle società partecipate è nei fatti una spartizione tra i partiti di governo fondata più su equilibri interni tra le singole forze politiche che non su un sistema di professionalità e competenze, e che funge da camera di compensazione per gli “esclusi” o “insoddisfatti” degli incarichi in Giunta. Con l’abolizione del vincolo dei due mandati si rimette al sindaco un ulteriore strumento per assecondare equilibri che nulla hanno a che vedere con la tutela degli interessi pubblici.

Con tutto questo occorre rompere in maniera chiara con una inversione di rotta a tutto campo sulla modalità di gestione delle società partecipate. Nel programma con cui ci siamo candidati alle scorse elezioni abbiamo sostenuto, e oggi ribadiamo, che occorre rendere pubblici i processi di selezione degli amministratori attraverso specifici bandi. In tali bandi occorre prevedere condizioni di incompatibilità funzionale con l’incarico per evitare che le nomine siano semplicemente un passaggio delle solite persone da una società all’altra, la reiterazione senza limite nel numero dei mandati o che le nomine conseguano, come “naturale” passaggio, alla fine degli incarichi politici elettivi.

Vi è un’altra criticità nel nuovo atto di indirizzo. Colpisce la mancanza di alcuna citazione esplicita alle garanzie per la parità di genere nelle nomine a differenza di di numerosi comuni che, invece, non solo pongono esplicitamente la questione ma che indicano una rappresentanza minima complessiva per ciascun genere, pari ad un terzo del totale delle nomine complessive effettuate nel corso di ogni anno, che deve essere garantita.

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