«Non dannosa» La nuova pista pronta nel 2020

martedì
8 maggio 2018
Testata:
TIRRENO
Pagina:
1-9

IN TOSCANA

AEROPORTO DI FIRENZE

La protesta dei comitati

Sfilano i docenti universitari per dimostrare che lo scalo si può raddoppiare. No dei comitati

di LuciaAterini

FIRENZE

Una richiesta e una risposta da parte di tutta la Toscana. Con queste parole il sindaco di Firenze Dario Nardella ha aperto il primo incontro pubblico organizzato dal Comitato “Si all’aeroporto costituito a sostegno della nuova pista a Peretola” che dovrebbe essere pronta entro il 2020. Per la primavera 2020, secondo Marco Carrai, presidente di Toscana aeroporti, la società a maggioranza privata che gestisce gli scali di Firenze e Pisa.

La frase d’inaugurazione di Nardella è dovuta al fatto che gli stessi organizzatori non si aspettavano una partecipazione così consistente come ha detto lo stesso presidente del Comitato, Leonardo Bassilichi (presidente anche della Camera di commercio di Firenze) di fronte a circa 700 persone intervenute al Palaffari di Firenze. Vicino al palazzo, in piazza Stazione, tenuti a debita distanza, duecento attivisti dei comitati della piana fiorentina che si oppongono al progetto di ampliamento di Peretola.

Due visioni opposte del mondo, gli imprenditori e buona parte del Pd (renziano) al Palaffari, gli abitanti dei comuni come Sesto fiorentino che più saranno interessati dalle nuove traiettorie dei voli, gli ambientalisti, 7 sindaci della Piana (Prato con il renzianissmo ed eretico Matteo Biffoni, Campi Bisenzio, Calenzano, Carmignano, Sesto Fiorentino, Poggio a Caiano e Signa) e la Sinistra radicale. A cui si aggiungono 30 anni di progetti, polemiche, tonnellate di studi e ricerche conditi dalla faziosità tutta fiorentina per non arrivare mai a una sintesi delle idee e delle forze in campo.

L’assemblea ha avuto uno spiccato taglio scientifico volto a rassicurare i cittadini, ma soprattutto la vasta platea di imprenditori presenti, rispetto ai rischi derivati da inquinamento acustico e aspetto idrogeologico. Minimo lo spazio occupato dalla politica con solo un mini-intervento del sindaco Nardella che comunque nei giorni scorsi si era fatto promotore di un appello pro nuova pista con altri 37 colleghi (tutti di “fede” renziana). «La nostra volontà ha spiegato Bassilichi – è quella di dare un’informazione puntuale e corretta, vogliamo cacciare la disinformazione per poter guardare avanti, non sempre all’ombelico». Da lì in poi, si sono alternati filmati e professori universitari, dagli atenei di Padova fino a quello di Napoli passando da Pisa. Su Peretola e sui progetti di ampliamento sono stati prodotti un numero decisamente alto di studi, circa 200 elaborati compreso, unico aeroporto in Italia, quello sull’impatto sanitario e, secondo quanto è stato spiegato nell’introduzione, non sono stati evidenziati rischi tossicologici o cangerogeni.

Rispetto all’inquinamento acustico, come hanno spiegato Mario Tozzi del Cnr e il professor Leonardo Tognetti dell’università di Pisa, con la nuova pista sarà ridotto il numero degli abitanti della Piana fiorentina sottoposti ad inquinamento acustico (sopra i 60 decibel) da un migliaio a solo 50.

Dal punto di vista idraulico è stato il professor Luigi Da Deppo a illustrare una delle opere più contestate previste con la nuova pista: lo spostamento del fosso Reale. E come l’intervento è stato modificato con la creazione di due casse di espansione da 750mila metri cubi e l’allargamento dell’alveo da 26 a 36 metri.

Rassicurazioni su tutti i fronti compreso anche quello del paventato doppione con la pista di Pisa perché, come ha spiegato Niccolò Manetti della giunta della Camera di commercio di Firenze e dirigente di Cna, i due aeroporti devono integrarsi in un sistema, «quello sulla costa per i voli internazionali e quello nell’interno per le rotte a medio e corto raggio ma non per gli industriali, per la gente comune, per cogliere maggiori opportunità di sviluppo».

Le garanzie, però, non fanno breccia sui comitati preoccupati per l’impatto ambientale. Che sostanzialmente non hanno fiducia né nella bontà del progetto per il territorio, né nelle persone e categorie economiche (tutte, da Confindustria a Confesercenti a Cna) che lo vogliono portare avanti. «A loro interessa solo costruire» è questo il trait d’ union che emergeva nelle loro dichiarazione tra striscioni e coperchi di pentole battuti. «Ci saranno le stesse criticità per il vento che ci sono addesso – spiega Mauro Ugolini del Comitato del no alla nuova pista di Sesto fiorentino – siamo in una zona paludosa che non può avere caratteristiche diverse, dove fino a pochi anni fa si stava anche venti giorni con l’acqua al piano terra delle abitazioni e, nelle case dei contadini, c’erano sistemi per far salire il bestiame ai piani superiori». Dal punto di vista urbanistico, poi, «si va a creare una divisione tra una zona residenziale e la sua parte commerciale industriale di Osmannoro» prosegue Ugolini. Queste solo alcune delle preoccupazioni più forti. Con la convinzione in ogni caso di lottare contro questa nuova pista confidando nel ricorso al Tar che i 7 sindaci della Piana hanno fatto contro il progetto, nell’opposizione alla pista del nuovo governo. E nelle prossime amministrative.

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