Nove morti in tre mesi metalmeccanici in sciopero ” Più sicurezza e controlli

venerdì
27 aprile 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
V

La protesta anticipa la manifestazione del 1° Maggio dedicata dai sindacati all’emergenza in cantieri e fabbriche

ILARIA CIUTI

Nove morti sul lavoro, secondo i dati Inail, da gennaio a marzo 2018: sono gli ultimi dati dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Tre al mese se si dividessero equamente, tranne che in un solo mese, quello di marzo, i morti sono stati cinque: per lavorare. È vero che sono meno che negli stessi mesi del 2017 quando si era arrivati addirittura a 15. Ma non ci si può rallegrare, come se morire per lavorare fosse la norma e diminuire un po’ fosse una grazia. Resta un’emergenza italiana da cui la Toscana non è per esclusa. Una “mattanza” come ha detto il governatore Rossi dopo i morti dei Livorno. E come i sindacati continuano a denunziare. Ieri i lavoratori metalmeccanici hanno scioperato due ore, chiamati da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, per esigere più salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Estato l’anticipo di quello che sarà il grande tema della manifestazione nazionale di questo Primo Maggio convocata da Cgil, Cisl e Uil a Prato on il tradizionale corteo e il comizio conclusivo dei tre segretari, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Sempre secondo gli ultimi dati Inail i morti sul lavoro in tutta la regione nel 2017 sono stati 72. Un’emergenza. Le denunce di infortunio (non mortale) erano, nel gennaio 2018, 3.404: 46 meno dell’anno precedente ma comunque un’enormità, quelle per malattia professionale, che è un fenomeno in crescita, erano, nello steso mese, 574 (più 4 che nel2017). Il lavoro pericoloso per combattere il quale ha Regione ha appena lanciato un protocollo comune con Inail, vigili del fuoco, sindacati e associazioni dei datori di lavoro, per monitorare insieme e dai vari angoli di vista la situazione, con l’obiettivo di «perseguire i più altri standard di sicurezza». Non essendo secondo Rossi le morti bianche «una fatalità ma la conseguenza di classismo e noncuranza, di cui è responsabile anzitutto la classe dirigente, quella datoriale e quella che ha ruoli di direzione istituzionale».

Una mattanza che la Regione si impegna a combattere. E contro cui il Primo Maggio del sindacato mobilita tutti. In Cgil toscana, il responsabile salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, Mauro Fuso, spiega che se in certi casi gli incidenti sono diminuiti «è perché con la crisi era diminuito anche il lavoro. Siamo preoccupati di cosa succederà con la ripresa». Il fenomeno più preoccupante secondo il sindacalista è che «gli incidenti aumentano ma diminuiscono le denunce perché i giovano sono pecari e dunque ricattabili e gli anziani devono continuare a lavorare per arrivare alla pensione». Oltretutto, il mondo è cambiato, anche il lavoro è cambiato, l’unica cosa che resta sempre uguale a se stessa sono gli incidenti sul lavoro, dove e come avvengono. Come spiega ancora Fuso: «Avvengono nei settori tradizionali e nei modi classici».

Due, dice il sindacalista, le categorie di incidenti più diffuse: «Quelli derivati dalle cadute dall’alto e quello negli spazi chiusi dove le sostanze gassose provocano esalazioni o esplosioni». In quest’ultimo caso poi i morti si moltiplicano «fino a comprendere anche chi si butta per salvare le vittime». Aumentano anche gli infortuni su strada ovvero tra chi fa lavori di spostamento: la logistica, la trasportistica, le spedizioni. E anche chi trasporta se stesso: «Il lavoro è sempre più precario e part time spiega Fuso – Così per far quadrare il bilancio spesso uno fa molti lavori diversi e deve spostarsi di continuo dall’uno all’altro o in scooter o auto, con conseguenze, a volte, disastrose».

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