«Nuove regole per la gestione degli spazi sociali» LA PROPOSTA DI “UNA CITTÀ IN COMUNE”

giovedì 18 settembre 2014, Il TIRRENO PISA Pagina: VI

«Nuove regole per la gestione degli spazi sociali» LA PROPOSTA DI “UNA CITTÀ IN COMUNE”

di Danilo Renzullo PISA

«È necessario ridefinire i rapporti tra amministrazione e associazioni». Durante la discussione sugli spazi sociali della città che si terrà oggi in consiglio comunale, il gruppo consiliare Una città in comune-Rifondazione comunista presenterà l’atto di indirizzo “Perla rigenerazione e la valorizzazione sociale del patrimonio pubblico e di quello privato inutilizzato nel Comune di Pisa”: una proposta per il recupero e la rigenerazione degli immobili abbandonati e per la valorizzazione sociale delle tante esperienze associative pisane.

Il gruppo chiede «l’urgente modifica dell’articolo 15 del regolamento per la gestione del patrimonio immobiliare del Comune» al fine di aumentare le «percentuali di riduzione del canone agevolato dall’attuale forbice tra il 10 e il 50% al 90-100%, insieme alla definizione di criteri oggettivi per la loro attribuzione ai beneficiari, come iniziative di auto recupero e finalità sociali dei soggetti». Il gruppo chiede inoltre «il riconoscimento esplicito della possibilità di usare lo strumento dell’assegnazione diretta- si legge in una nota -, preferibile all’ipocrisia dei bandi ad hoc e il recepimento del “Manifesto di Napoli”, elaborato dal Forum sui beni comuni, in cui si precisa che “nessun amministratore richiederà né autorizzerà l’utilizzo della forza pubblica” per occupazioni di immobili a fini abitativi, sociali e culturali».
L’inserimento nello Statuto comunale della nozione giuridica di beni comuni, un ampio percorso di discussione e confronto pubblico per la stesura di un nuovo Regolamento e la creazione di un osservatorio pennanente sul patrimonio comune della città, sono altri punti fondamentali della proposta di Ucic-Prc, discussa lo scorso giugno nel corso di un’assemblea partecipata da diverse realtà associative.
«Dal confronto – conclude la nota – è emersa la necessità di avviare un nuovo metodo di lavoro basato su trasparenza e partecipazione, che agisca su principi chiari: autonomia di associazioni e autogestione di attività; rottura di vincoli e legami economici; sviluppo di forme di cooperazione nel mondo associativo».

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