Nuovo Dipartimento di Biologia: progetti vecchi e sempre più insostenibili

L’Università di Pisa ha di nuovo deciso di tirare fuori dal cilindro l’ennesimo progetto: in prima commissione consiliare infatti è stato discusso e votato ieri il progetto del nuovo Dipartimento di Biologia lungo via Moruzzi, tra il CNR e il Dipartimento di Chimica. Il primo problema sta nel fatto che questo avvenga ricorrendo per l’ennesima volta alla procedura di cui all’ex art. 81 DPR 616/77 e DPR 383/94: ovvero che consente di realizzare l’opera grazie ad un intesa Stato-Regione anche se non è conforme agli strumenti urbanistici comunali. Quindi in pratica si vogliono realizzare 81.000 mc di nuovo edificio, impermeabilizzando circa un ettaro di terreno (tra edificio e parcheggi) in barba alla pianificazione comunale!
Questo è il modo con cui l’Università intende dialogare con il territorio?

Ma entrando nel merito le cose non migliorano, anzi: la non conformità al Regolamento Urbanistico è dovuta al fatto che quell’area era prevista a parco pubblico. Ma non un semplice parco a se’ stante, ma il punto di arrivo di un ampio corridoio ecologico che dalle Piagge portava alla campagna a Nord del Comune di Pisa. Un’infrastruttura verde importantissima sia per la biodiversità che per il benessere degli abitanti.
Non pensiamo serva ricordare il caldo eccezionale che stiamo attraversando, la siccità degli ultimi due anni e le alluvioni che hanno devastato ampie zone del territorio italiano: questo è il clima che ci attende nei prossimi anni e ovunque si dice che per contrastare questi cambiamenti e ammortizzarne gli effetti sia necessario migliorare e ampliare le zone verdi e alberate nelle città.
Mai distanza fu più grande tra le parole e i fatti. Ed è grave che sia proprio l’Università, portatrice del pensiero scientifico, che dovrebbe essere in prima linea per aiutare la società nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici, a comportarsi come una banale società immobiliare. Negli anni passati l’Università ha saputo ricavare gli spazi di cui aveva bisogno con importanti progetti di recupero di volumi non più utilizzati, pratica decisamente più sostenibile, ma oggi si preferisce occupare nuovo suolo compromettendone per sempre la possibilità di svolgere quelli che vengono chiamati servizi ecosistemici.

Ma non è finita qui: nel progetto infatti non si è fatto nessuno sforzo degno delle sfide in campo per immaginarne un’accessibilità tramite mobilità sostenibile. Il fatto di realizzare questi poli universitari lontani dal centro, dalla stazione, dall’aeroporto, e dalle principali direttrici del trasporto pubblico, non è solo un danno per il consumo di suolo, anche perché si continua ancora a pensare che la principale modalità di raggiungerlo sia quella dell’auto privata. Ma qualcuno ha letto gli obiettivi di decarbonizzazione che dobbiamo raggiungere nei prossimi anni? In Europa si discute di anticipare l’obiettivo di neutralità climatica a prima del 2050, e noi stiamo ancora progettando le città per le automobili, che nei prossimi due decenni dovranno drasticamente ridursi!

Ci deve essere una coerenza tra le parole e i fatti, e soprattutto i fatti non possono sempre e solo significare nuove cementificazioni, come di fatto sta avvenendo da parte dell’Università, in assenza di una strategia condivisa con il Comune che metta al centro il tema del riutilizzo e del recupero. L’abbandono dell’ex Dipartimento di Chimica rappresenta un emblema di queste politiche fallimentari.

Ma purtroppo come sempre avviene in queste occasioni l’appetito vien mangiando. E così anche l’amministrazione comunale di Pisa, non paga della distruzione di terreno vergine proposta dall’Università, ha chiesto di realizzare una nuova viabilità di collegamento con via De Ruggero, che andrebbe a finire proprio accanto allo skate park, importante polo attrattivo per giovani e giovanissimi. Si dice che sia per una migliore” raggiungibilità e sostenibilità del porgetto”, ma ancora una volta siamo al ribaltamento della realtà: una nuova strada è un ulteriore attrattore di traffico, fonte di pericolo e di inquinamento, e purtroppo, come è già avvenuto in passato, spesso servono solo a preparare nuove lottizzazioni residenziali, devastando ulteriormente il potenziale parco che previsto dal vecchio Regolamento urbanistico.

Quindi in sostanza l’Università vorrebbe impermeabilizzare un ettaro di verde, il comune dividere a metà il verde restante con una strada: sembra impossibile, ma è proprio così.

Riteniamo che non sia accettabile questo modo di operare nel metodo e nel merito sia da parte dell’Università di Pisa che dell’amministrazione comunale. A fronte di una crisi climatica che è sotto gli occhi di tutti è semplicemente irresponsabile prevedere questo tipo di realizzazioni rinunciando per sempre alla possibilità di un importante corridoio ecologico.

Chiediamo quindi alla Università di ritirare la richiesta di articolo 81 e rivedere il progetto a partire da un confronto preventivo. Da parte nostra ci opporremo fermamente alla nuova ipotesi di viabilità richiesta dalla Giunta Conti.

Ciccio Auletta- consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

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