Occupazione lampo nella sede del Pd contro il Jobs Act Un

TIRRENO PISA Pagina: IV

Occupazione lampo nella sede del Pd contro il Jobs Act Un

di Danilo Renzullo / PISA

Blitz degli autonomi nella sede provinciale del Partito Democratico. Ieri pomeriggio un gruppo di circa venti tra Cobas e attivisti del collettivo Exploit è entrato nella sede di via Fratti per protestare contro il Jobs Act, la legge delega sulla riforma del lavoro. Con striscioni e volantini, i manifestanti, alcuni con i volti coperti da maschere, hanno pacificamente occupato per circa un’ ora l’ingresso della sede del partito.
«Il Jobs Act è stato votato alla Camera con un giorno di anticipo rispetto alla tabella di marcia dei lavori parlamentari – si legge in un volantino distribuito dai manifestanti -. Una discussione a tappe volutamente forzata, un anticipo senza preavviso, forse nel tentativo di chiudere in fretta una vicenda talmente infamante per la politica odierna che lo stesso partito promotore, il Pd, ha affrontato un’ennesima spaccatura interna per poterlo approvare. Nonostante le mobilitazione e gli scioperi che attraversano il Paese, Renzi e Poletti accelerano e il Jobs Act procede verso l’approvazione definitiva, eliminando l’articolo 18 senza estendere gli ammortizzatori sociali. Una truffa ai danni di tutti: precari e lavoratori stabili».
Dopo aver spiegato le ragioni della protesta (mentre gli esponenti del Pd presenti in sede portavano tranquillamente avanti i propri lavori), parte dei manifestanti è salita ai piani superiori e affisso alla facciata del palazzo uno striscione che recitava: “Precarietà e sfruttamento. Non in mio nome, no Jobs Act”.
I manifestanti, dichiarando la propria «contrarietà al Jobs Act, al lavoro gratuito e allo sfruttamento», rivendicano un «salario minimo, reddito di base e welfare universale» come «garanzia per l’esistenza di tutti».
«In serata Francesco Nocchi, segretario provinciale del Pd, ha diffuso una nota: «Chiediamo alle autorità che ci venga garantita piena agibilità politica, che insieme ai partiti vengano rispettate le istituzioni e se ne garantisca il funzionamento. A questo clima non ci stiamo».
Anche il sindaco Marco Filippeschi stigmatizza l’episodio: «Condanna assoluta e piena solidarietà della città. Si è passato il limite. È il gesto di piccole minoranze estremiste che cercano visibilità, ma non va sottovalutato».

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