Ordine del giorno: Cancellazione norma su nuovo canone unico nazionale per reti e infrastrutture di comunicazione elettronica

Il seguente ordine del giorno è stato presentato al Consiglio Comunale di Pisa da Francesco Auletta, consigliere di Diritti in Comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile).


Ordine del giorno: Cancellazione norma su nuovo canone unico nazionale per reti e infrastrutture di comunicazione elettronica

Tenuto conto che il comma 5-ter dell’art. 40 del decreto legge 31 maggio 2021, n. 77, così come convertito dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, ha introdotto il nuovo comma, l’831-bis, alla legge 27 dicembre 2019, n.160 (Legge di Bilancio 2020) il quale dispone che:

Gli operatori che forniscono i servizi di pubblica utilità di reti e infrastrutture di comunicazione elettronica di cui al codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, e che non rientrano nella previsione di cui al comma 831 sono soggetti a un canone pari a 800 euro per ogni impianto insistente sul territorio di ciascun ente. Il canone non è modificabile ai sensi del comma 817 e ad esso non è applicabile alcun altro tipo di onere finanziario, reale o contributo, comunque denominato, di qualsiasi natura e per qualsiasi ragione o a qualsiasi titolo richiesto, ai sensi dell’articolo 93 del decreto legislativo n. 259 del 2003. I relativi importi sono rivalutati annualmente in base all’indice ISTAT dei prezzi al consumo rilevati al 31 dicembre dell’anno precedente. Il versamento del canone è effettuato entro il 30 aprile di ciascun anno in unica soluzione attraverso la piattaforma di cui all’articolo 5 del codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82“.

Preso atto che nel caso del Comune di Pisa, secondo quanto riportato dagli uffici comunali, l’applicazione della suddetta disposizione determinerà già a partire dal 2022 una minore entrata pari a 600 mila euro, in quanto a oggi, in base al regolamento comunale, il canone ammonta a 21.500 euro a postazione.

Rilevato che con questa decisione i comuni non potranno esercitare il loro diritto di tassazione, a favore unicamente di imprese e potentati economico-finanziari che pagheranno così lo stesso canone che pagherebbe un piccolo esercizio o un bar per l’occupazione di suolo pubblico.

Evidenziato come le società di telefonia mobile avranno così una significativa riduzione dei propri costi, ma che tale riduzione non si tradurrà in una riduzione delle tariffe a favore dei cittadini consumatori.

Tenuto conto che la stessa ANCI, in una recente nota, ha evidenziato che “la nuova disposizione, introdotta dal Parlamento in occasione della conversione in legge del dl 77/2021, costituisce una sostanziale e ingiustificata detassazione degli impianti in questione e comporta una significativa perdita di gettito per i Comuni, con evidenti disparità rispetto a impianti siti su aree private. Elementi che si auspica siano sollecitamente affrontati con un provvedimento correttivo”; e ancora: “La norma presenta inoltre elevati profili di criticità, che investono sia aspetti economici – determinati dalla previsione di un canone fisso di 800 euro, non modificabile dall’ente, che prescinde dalla superficie realmente occupata dall’impianto – sia aspetti amministrativi”.

Il Consiglio comunale

Ritiene iniqua e sbagliata questa norma, in quanto la sua implementazione costituisce l’ennesimo, duro colpo per le autonomie locali e per la loro capacità di offrire servizi ai cittadini nella misura in cui essa colpisce pesantemente i loro bilanci.

Ritiene che un provvedimento che riduce le entrare dei Comuni solo per favorire alcune grandi imprese sia inaccettabile soprattutto in un periodo di crisi economica e sociale, come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, durante il quale il massimo delle risorse pubbliche deve essere impiegato per sostenere le fasce più deboli della popolazione.

Impegna il sindaco e la giunta

ad attivare tutte le iniziative necessarie, in accordo con l’Anci, verso il Parlamento e il Governo per la rapida cancellazione della suddetta norma, affinché non incida già sui bilanci degli enti locali per il 2022;

Impegna il Presidente del Consiglio comunale

a trasmettere il suddetto documento al Presidente del Consiglio, ai Ministri competenti e ai gruppi parlamentari.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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