Ordine del giorno: Distretto Rurale del Monte Pisano e della Piana di Pisa: un’occasione per rafforzare la sinergia tra area urbana e rurale

Tenuto conto della proposta di delibera per l’istituzione del “Distretto Rurale del Monte Pisano e della Piana Pisana”, alla cui costituzione parteciperanno i Comuni di Pisa, Vecchiano, San Giuliano Terme, Calci e Vicopisano, avendo anche ricevuto le note di adesione di numerosi enti e associazioni: dall’Ente Parco Regionale di Migliarino, San Rossore Massaciuccoli, alla Camera di Commercio Toscana Nord Ovest, a tante associazioni di categoria.

Evidenziato che nella proposta di delibera e negli allegati parte integrante e sostanziale della stessa si mettono in evidenza i seguenti punti: “a) Nel sistema produttivo territoriale il contesto rurale ed il settore agricolo rappresentano elementi di importanza rilevante sia in termini produttivi che ambientali e componenti del sistema economico da sviluppare e valorizzare; b) Il comparto agroalimentare trova in questi territori condizioni ottimali per il suo sviluppo, dove “alle eccellenze produttive”, si associa come elemento distintivo e caratterizzante il brand “prodotto in Toscana”; c) Le caratteristiche economico produttive e il sistema di relazioni fra le imprese e gli enti del territorio spingono affinché venga condivisa e valorizzata una progettualità comune e concertata che coinvolga tutti i settori economici del territorio rurale: agricoltura, artigianato, turismo, commercio; d) Nel rispetto dei principi riportati nel decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228; “Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57” e della LRT n.17 del 5 aprile 2017, “Disciplina dei distretti rurali”, le aree distrettuali si identificano come sistemi produttivi locali riconducibili a territori che abbiano una identità omogenea e un’economia rurale caratterizzata da una rilevante integrazione tra attività agricole e altre attività economiche, quantunque le aree distrettuali si caratterizzino per essere “sistemi economici aperti”, connotati per questo dalla presenza di forti relazioni con altri sistemi produttivi locali, così come è documentato in ripetute analisi condotte da IRPET; e) La ruralità, la qualità delle produzioni agroalimentari e il territorio rappresentano, pertanto, per alcune aree della Toscana, opportunità uniche di sviluppo, che vanno sostenute ed incentivate; f) Tale percorso potrà essere sostenuto dalla Giunta Regionale, anche con il supporto tecnico dei propri uffici, attraverso un’attività di animazione per la presentazione al MASAF di un “Contratto di Distretto” che possa sostenere lo sviluppo delle imprese agroalimentari”.

Tenuto conto che l’Associazione Distretto Rurale del Monte pisano e della Piana Pisa in base allo Statuto e all’Atto Costitutivo, come da allegati alla delibera di cui sono parte integrante e sostanziale dovrà svolgere i seguenti compiti:

“- promuovere lo sviluppo del territorio rurale e l’integrazione tra politiche economiche e politiche del territorio secondo criteri e obiettivi di sostenibilità;

– adottare e sostenere ogni iniziativa diretta alla tutela della salute e del benessere degli esseri umani, degli animali, dell’ambiente e alla conservazione della biodiversità;

– promuovere, diffondere e tutelare i dettami dello sviluppo sostenibile nel campo agricolo, agroalimentare, zootecnico, forestale, ambientale, artigianale, energetico, turistico, come progetto culturale, come modello di gestione delle risorse e come scelta necessaria per la sicurezza e la sovranità alimentare;

– salvaguardare e valorizzare il paesaggio e le aree protette, con interventi e servizi finalizzati al miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali;

– promuovere le forme di turismo sostenibile, con particolare riferimento al turismo lento ed a quello naturalistico e sportivo;

– stimolare e favorire la conversione al metodo biologico delle aziende agricole e agro-alimentari;

– valorizzare e salvaguardare le produzioni tipiche e le tradizioni locali;

– promuovere il consumo dei prodotti territoriali;

– favorire e incentivare la presenza di prodotti territoriali e biologici nella ristorazione pubblica e collettiva, nella vendita diretta, negli esercizi commerciali, nelle attività agrituristiche e di accoglienza turistica;

– promuovere e sostenere l’agricoltura sociale;

– creare nella Comunità locale una rete di relazioni attiva e consapevole sui temi della sostenibilità, del biologico, del consumo consapevole e del mangiar sano, della cura del suolo e per la prevenzione del dissesto, per la salvaguardia dai rischi d’incendio;

– stimolare e favorire l’approccio territoriale, anche oltre i confini amministrativi;

– promuovere e favorire, nei settori sopra individuati, la sinergia di azioni congiunte e coordinamento tra attori pubblici e privati”.

Tenuto conto che tali compiti si traducono in obiettivi che il Distretto Rurale dovrà raggiungere tramite le proprie attività.

Tenuto conto della necessità di un approccio integrato e multi attore al tema del cibo per il raggiungimento di tali obiettivi, tra loro strettamente connessi e legati alla sinergia non solo tra territori e aree, ma anche tra competenze diverse.

Tenuto conto che il raggiungimento di molti dei summenzionati obiettivi è strettamente connesso innanzitutto al rapporto e alla sinergia tra area urbana e rurale.

Tenuto conto che il coinvolgimento diretto dei Comuni nel Distretto rappresenta una concreta opportunità per sviluppare strategie integrate per rafforzare tale rapporto tra area urbana e rurale.

Tenuto con del numero sempre maggiore di esperienze di città europee e italiane che stanno affrontando il tema del cibo nelle politiche locali sotto molteplici punti di vista (valorizzazione del territorio e delle produzioni locali e sostenibili; alimentazione e salute; contrasto alla povertà alimentare) e coerentemente con le proprie competenze (es. ristorazione collettiva; erogazione di servizi sociali; promozione turistica del territorio; orti urbani e progetti di agricoltura sociale), anche in un’ottica di approccio integrato al tema

Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta a:

tradurre i summenzionati obiettivi in strategie integrate e in interventi puntuali che riguardino anche l’area urbana, coerentemente con le competenze del Comune e tenendo conto delle specifiche esigenze e caratteristiche del territorio e della comunità che lo abita;

a svolgere tale compito anche a partire dallo sviluppo di progetti-pilota in settori d’ intervento strategici , quali, a titolo esemplificativo, le politiche educative (es. con progetti di educazione alimentare sui temi della salute, della sostenibilità ma anche della conoscenza del territorio e delle sue produzioni tipiche e tradizioni), sociale (es. valorizzando maggiormente gli orti sociali come spazi di socialità, inclusione e formazione, anche con attività di animazione territoriale specifiche) o turistico (es. attraverso interventi che favoriscano sempre di più il passaggio da un modello “mordi e fuggi” di cui beneficia solo l’area urbana ad un turismo lento e in grado di offrire concrete opportunità economiche al comparto agricolo locale, incoraggiando anche la sostenibilità di tale produzione come elemento da valorizzare anche in un’ottica promozionale);

a prevedere un piano di monitoraggio dei risultati di tali progetti per valutare l’efficacia rispetto ai summenzionati obiettivi, avvalendosi delle competenze presenti sul territorio, a partire da quelle nel mondo universitario e della ricerca, che possono rappresentare una valida risorsa anche in fase di co-progettazione degli interventi;

a entrare in contatto con le reti di scambio di buone pratiche già presenti in Italia (es. la Rete Italiana Politiche Locali del Cibo), come luoghi di confronto e formazione;

ad attivarsi per la ricerca di risorse per l’avvio e il monitoraggio (e lo sviluppo nel medio-lungo termine) di tali progettualità, a partire dai programmi di finanziamento della Commissione europea che sostengono lo sviluppo urbano sostenibile (es.Programma URBACT, nato con lo scopo di promuovere uno sviluppo urbano sostenibile mediante lo scambio di esperienze e la diffusione delle conoscenze tra città europee; Programma Horizon Europe).

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Unione Popolare

Condividi questo articolo

Lascia un commento