Ordine del giorno: Inquinamento delle acque superficiali – Arno

Il seguente ordine del giorno è stato presentato al Consiglio Comunale di Pisa da Francesco Auletta, consigliere di Diritti in Comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile).


Ordine del giorno: Inquinamento delle acque superficiali – Arno

Tenuto conto che lo stato chimico dell’Arno tende a scadere via via che ci si approssima alla foce, e che desta preoccupazione la presenza di inquinanti come i metaboliti del glifosato e alcuni nuovi inquinanti emergenti, come ad esempio il PFAS, usato come impermeabilizzante dei tessuti.

Tenuto conto che anche la presenza di plastica risulta preoccupante, si tratti di quella flottante o di quella che rimane nella colonna d’acqua o sul fondale. Infatti, la plastica nell’acqua, subendo l’attacco da parte di batteri, si frantuma rilasciando sostanze tossiche o si riduce in frammenti anche di dimensioni microscopiche. Per quanto riguarda la presenza di plastica, si valuta che l’Arno trasporti circa 18.700 kg di rifiuti ogni anno, risultando tra i fiumi più critici d’Italia.

Tenuto conto che nuovi rischi all’integrità degli ecosistemi dell’Arno sono dovuti all’ingresso di specie aliene, e in particolare nel tratto finale da Pisa alla foce sia attraverso il Canale dei Navicelli sia attraverso la navigazione tra la foce e l’entroterra.

Considerato che anche all’interno del territorio del Comune di Pisa sussistono attività che hanno potenziali impatti sulla qualità delle acque superficiali e, di conseguenza, sugli ecosistemi (attività agricole, rimessaggi…). Negli ultimi anni, inoltre si è lavorato molto alla navigabilità dell’Arno vista come motore di sviluppo turistico e di interesse ludico, sportivo e sociale per la città. Le attività di questo tipo devono però soddisfare i più stringenti criteri di sostenibilità, che pertanto devono essere parte integrante e basilare di ogni progetto di fruizione.

Dato che l’ARPAT esegue periodici controlli sullo stato delle acque nel bacino dell’Arno e che tali controlli interessano sia lo stato chimico sia lo stato ecologico dei corpi idrici. L’ARPAT emette rapporti dettagliati e sintetici. Nel novembre 2021 ha fornito dati sintetici che riguardano il decennio 2010-2020. I dati sono aggregati come segue: trienni 2010-2012, 2013-2015, primo triennio 2016-2018, e anni 2019 e 2020 del sessennio 2016 – 2021 di applicazione della Direttiva quadro 2000/60/CE (DM 260/2010). Le condizioni che vengono ravvisate in questi punti indicano che, seppur non del tutto compromessa, la salute del fiume richiede un’estrema cura e attenzione, in particolare visto che nel suo ultimo tratto non solo le condizioni sono più critiche, ma anche le acque interessate sono acque di transizione tra quelle dolci e quelle salmastre e quindi hanno caratteristiche peculiari.

Rilevato che, oltre all’ARPAT, a Pisa esistono enti della ricerca come l’Università e il CNR che da anni operano per la rilevazione delle condizioni del fiume oltre che portare avanti progetti per il superamento di alcune criticità ambientali.

Rilevato che la Provincia di Pisa, in partnership con una serie di Comuni, con gli enti di ricerca indicati al punto precedente, con quelli di gestione del fiume (dall’Autorità di Bacino al Consorzio di Bonifica), con il Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli lavora alla elaborazione di un Contratto di Fiume Arno, nel rispetto di orientamenti di tipo nazionale e regionale. Tale Contratto mira a elaborare un patto per la tutela del fiume e dei suoi ecosistemi prevedendone una fruizione sostenibile e un forte coinvolgimento delle comunità locali. Tra le attività previste trovano spazio anche quelle di citizen science per monitorare le acque: si tratta di attività che stanno trovando un notevole sviluppo e che permettono alla cittadinanza di contribuire a sistemi di monitoraggio capillari e trasparenti. Gli enti di ricerca pisani hanno tutta la competenza necessaria per contribuire o metterli a punto, anche attraverso attività di formazione della cittadinanza.

Rilevato infine che è stato sottoscritto un Patto per l’Arno che coinvolge tutti i comuni rivieraschi, la Provincia di Pisa e coinvolge i relativi Consorzi di bonifica e l’Autorità di Bacino dell’Appennino settentrionale, in un’ottica che condivide i principi del Contratto di Fiume.

Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta:

  • a sostenere attivamente le attività relative al Contratto di Fiume portate avanti a livello provinciale mettendosi in relazione con la Provincia e gli altri enti coinvolti;

  • ad attivarsi presso la Regione affinché l’ARPAT ampli le proprie attività di monitoraggio anche in sinergia con gli enti di ricerca pisani che conducono i diversi monitoraggi sul bacino dell’Arno. Tali ampliamenti devono prendere in considerazione sia una maggiore capillarità di campionamento, qualora necessaria, sia un più ampio spettro di inquinanti, sia una maggiore intensità di monitoraggio. La definizione di tali attività dovrà avvenire di concerto con ARPAT e con gli enti di ricerca quali l’Università e il CNR tenendo conto delle possibili sorgenti di inquinamento;

  • a costruire percorsi trasparenti con gli enti coinvolti nel percorso del contratto di Fiume per mettere in funzione un sistema di monitoraggio che si avvalga anche dei metodi della citizen science.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

Condividi questo articolo

Lascia un commento