Ordine del giorno: Per un’inchiesta approfondita sull’uso dei KEU e per un potenziamento dell’ARPAT

Di seguito l’ordine del giorno presentato al Consiglio Comunale di Pisa da Francesco Auletta, consigliere di Diritti in Comune (Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile).


Ordine del giorno: Per un’inchiesta approfondita sull’uso dei KEU e per un potenziamento dell’ARPAT

Vista la Legge 22 giugno 2009, n. 30 “Nuova disciplina dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana (ARPAT)”;

Ricordato che ARPAT garantisce, con le proprie strutture presenti in tutto il territorio regionale, le attività di prevenzione e protezione ambientale, di fondamentale importanza per il rispetto della legalità, lo sviluppo sostenibile e per la tutela della salute dei cittadini;

Considerato che per essere veramente efficace ARPAT deve poter svolgere le proprie attività istituzionali in autonomia e deve essere dotata di un numero sufficiente di risorse economiche, di personale e strumentali;

Evidenziato invece che allo stato attuale permane una situazione che impedisce ad ARPAT di svolgere efficacemente il proprio ruolo, a causa della carenza di personale e della sua avanzata anzianità di servizio, nonché della scarsa disponibilità di mezzi e strumentazioni adeguate, con la conseguenza che si è prodotto un calo delle attività di protezione ambientale nel territorio regionale;

Tenuto conto della mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Pisa nel 2019, con cui si chiedeva il potenziamento dell’Agenzia e in particolare:

  • si sollecitava la Regione per il recepimento della L. 132/2016 con una nuova legge su ARPAT che le riconosca piena autonomia ed assicuri adeguate risorse economiche, umane e strumentali per l’espletamento di tutte le attività istituzionali di tutela e prevenzione ambientale in Toscana;

  • che nella nuova legge venisse ripristinato un organismo di “partecipazione sociale” per consentire ai Comuni ed agli altri enti locali, alle organizzazioni sindacali, ai comitati di cittadini ed alle associazioni ambientaliste di prendere parte al processo di definizione degli obiettivi e dei programmi di attività dell’Agenzia;

  • che la Regione provvedesse, attraverso un piano straordinario ed urgente, all’assunzione di personale, nei ruoli e nei profili necessari, per il Dipartimento di Pisa e per tutte le altre strutture di ARPAT;

  • che la Direzione di ARPAT predisponesse un Piano Triennale del Fabbisogno del Personale (PTFP) dimensionato per riportare la dotazione organica (di comparto e dirigenza) ai livelli almeno del 2016, individuando eventuali priorità;

Tenuto conto delle varie pressioni ambientali che insistono nel territorio della provincia di Pisa, con criticità generate da un uso non sostenibile delle risorse naturali, da una mobilità basata principalmente sull’uso dell’auto privata e da attività industriali che hanno effetti rilevanti anche – in taluni casi – quando si svolgono in territori contigui. Tali pressioni si esercitano anche sul sistema delle acque superficiali e, nello stesso Comune di Pisa il problema delle pressioni ambientali si pone anche a causa di attività come quelle legate alla navigazione;

Considerato anche quanto ha rivelato lo scandalo KEU, e che il depotenziamento de facto di ARPAT è profondamente connesso ad esso, se si pensa che fra le aree soggette al depotenziamento, nel 2011, vi era proprio la Zona Del Cuoio con la chiusura del presidio Arpat di San Miniato, indispensabile per il monitoraggio dell’inquinamento in particolare connesso alle attività conciarie;

Preso atto che i corpi idrici subiscono da decenni un impatto rilevante a causa delle attività antropiche, con conseguente e frequente compromissione degli equilibri ecologici. Nel caso dell’Arno, dal momento che costituisce il corso d’acqua principale del proprio bacino, la condizione è più facilmente critica in quanto il fiume raccoglie quanto arriva dai suoi immissari; in particolare nel tratto finale si concentrano quindi maggiormente gli inquinanti, anche in considerazione del fatto che ancora oggi non esiste un impianto di trattamento delle acque a Firenze e che lo scandalo KEU ha messo a nudo come anche i sistemi di depurazione, pur anche avanzati, della Zona del Cuoio non siano sufficienti di per sé a mettere al riparo dal rischio di inquinamento anche di inquinanti pericolosi;

Considerato che le indagini relative agli inquinamenti da KEU hanno permesso di individuare diverse aree colpite, ma che non è semplice rilevare con la stessa facilità lo sversamento nelle acque di inquinanti;

Tenuto conto di quanto emerso nell’ottobre 2021, nell’occasione di una conferenza stampa presso la sede della Protezione civile regionale, in cui l’assessora all’ambiente Monia Monni ha reso una ricostruzione sulla vicenda “keu” e lo stato di avanzamento dell’Accordo quadro finalizzato alla riorganizzazione del sistema di depurazione civile nell’area del comprensorio del cuoio. In tale conferenza stampa è stato ricordato che la Regione Toscana ha provveduto alla nomina di un commissario straordinario per il presidio e coordinamento delle attività in materia di ambiente ed inerenti alle problematiche connesse al keu, mentre ARPAT ha costituito una task force formata da personale di tutti i Dipartimenti interessati e coordinata a livello direzionale al fine di garantire controlli costanti. Va dunque rilevato come quanto affermato dalla stessa assessora metta in evidenza una incapacità e mancanza pregressa di una azione tempestiva, che servisse a prevenire quanto poi invece accaduto;

Esaminati i risultati dello studio condotto nel Canale Usciana, da cui emerge che “lo stato qualitativo della matrice sedimenti nel canale Usciana risulta impattato dalle attività antropiche presenti e passate, senza però identificare nello scarico attuale del depuratore Aquarno una significativa sorgente di contaminazione a monte e a valle”.

Considerato che il monitoraggio delle acque sotterranee non ha evidenziato al momento contaminazioni nei siti interessati.

Considerato che un monitoraggio capillare delle acque è fondamentale anche per prevenire che si possano verificare episodi come quelli che rientrano nello scandalo KEU, perché ha un effetto deterrente e quindi si tratta di un’attività su cui occorre investire adeguate risorse;

Considerato anche che è necessario tarare adeguatamente i monitoraggi ambientali anche in relazione ai tipi di sorgenti inquinanti che insistono sul territorio;

Considerato infine che lo scandalo KEU ha evidenziato un intreccio tra politica, affari e criminalità organizzata senza precedenti in Toscana e che di conseguenza investire nella tutela ambientale e nel monitoraggio dell’inquinamento – ivi compreso quello delle acque – ha una funzione indispensabile non solo in sé ma anche di prevenzione affinché tali intrecci possano non possano nuovamente verificarsi.

Il Consiglio comunale ritiene che:

  • è necessario avere un sistema di monitoraggio che permetta di uscire dalle condizioni di emergenza: la costituzione di task force speciali dopo che si sono verificati certi episodi è indice di una carenza che deve essere assolutamente superata;

  • è imprescindibile potenziare la presenza dell’Agenzia nel territorio provinciale di Pisa con la piena e continua operatività delle sue strutture per rispondere alle esigenze dei cittadini, per fornire informazioni imparziali e conoscenze scientifiche di supporto alle decisioni delle amministrazioni e per individuare tempestivamente l’insorgere di emergenze ambientali, tanto più se causate da comportamenti scorretti e/o illegali;

  • è essenziale garantire che l’Agenzia possa operare in piena indipendenza dal sistema politico;

  • è necessario investire nuove risorse per il monitoraggio continuo dell’inquinamento delle acque e individuare eventuali nuovi siti in cui KEU potrebbero essere stati smaltiti.

Impegna il Presidente del Consiglio comunale a trasmettere alla Regione Toscana e ad ARPAT la richiesta di investire nuove risorse di personale e attrezzature per garantire una rete stabile e capillare di controlli sul territorio, tarata adeguatamente sulle pressioni ambientali che vi insistono, e condurre un’ulteriore approfondita ricerca mirata a individuare ulteriori siti oggetto di smaltimento KEU e a valutare l’impatto da esso eventualmente prodotto e intraprendere tutte le azioni opportune e necessarie.

Francesco Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile

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