Ordine del giorno sulla rapida riapertura della Sapienza

Premesso che il 29 maggio 2012 il Sindaco di Pisa ha ordinato all’Università, proprietaria dell’immobile della Sapienza, di procedere con effetto immediato a mantenere inutilizzato il palazzo per tutte le destinazioni, in attesa dei necessari interventi e verifiche.
Premesso che la chiusura della Sapienza ha determinato l’interruzione di tutte le attività accademiche che si svolgevano all’interno dell’edificio, nonché la chiusura della Biblioteca Universitaria, che afferisce al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Premesso che dall’emissione dell’ordinanza sono trascorsi venti mesi e che la chiusura del Palazzo della Sapienza rappresenta per Pisa, per la sua Università, per la sua cultura e la sua economia una ferita profonda che ha bisogno di essere rimarginata in tempi brevi, nell’interesse e per la sicurezza dell’intera città, delle sue istituzioni scientifiche, degli studenti, dei lavoratori della biblioteca e di tutti i lavoratori coinvolti, degli operatori economici e commerciali delle zone adiacenti al Palazzo.
Preso atto di quanto emerso dall’incontro svoltosi il 20 dicembre 2013 presso la sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in cui sono stati presentati i risultati della perizia che è durata più di un anno e mezzo e si sono definite le grandi linee delle iniziative e degli interventi da porre in essere per il restauro e consolidamento del complesso della Sapienza e per il pieno ripristino degli spazi della Biblioteca al fine di consentirne la riapertura con la massima celerità.
Considerato il decreto ministeriale del 24 gennaio 2014 con il quale il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha istituito una commissione di studio a cui è affidato anche “il compito di proporre soluzioni per un progetto scientifico e di allestimento di altissima qualità al fine di rendere l’Istituzione pisana una eccellenza nel campo delle biblioteche pubbliche statali, secondo i modelli di maggior successo già sperimentati in altri contesti e con l’ausilio di tutte le più moderne e innovative tecnologie”.
Il Consiglio comunale
esprime il proprio apprezzamento per l’istituzione da parte del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo della suddetta commissione di studio.
e impegna il Sindaco e la Giunta
a ritirare in tempi rapidi e certi l’ordinanza di chiusura della Sapienza, coordinandosi con tutte le altre istituzioni coinvolte, al fine di poter avviare quanto più celermente possibile tutti i lavori indicati nella perizia per riapre rapidamente la Biblioteca Universitaria;
a farsi promotore, in sinergia con gli altri enti coinvolti, di tutte le iniziative necessarie a garantire quanto prima l’apertura della Biblioteca Universitaria, scorporando gli interventi di sistemazione riguardanti la Biblioteca – immediatamente realizzabili – da quelli necessari alla riapertura complessiva dell’edificio Sapienza per quanto concerne gli spazi di proprietà dell’Ateneo, secondo quanto definito nel piano e nel cronoprogramma concordato nell’incontro del 20 dicembre 2013 presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo;
a lavorare, in accordo con gli altri enti coinvolti e la commissione di studio, ad un progetto complessivo di utilizzo del Palazzo della Sapienza in cui, oltre ai dipartimenti universitari interessati e alla biblioteca di giurisprudenza, si trovino spazi ulteriori per la Biblioteca Universitaria affinchè lo spostamento di parte del patrimonio presso il San Matteo sia da considerarsi transitorio, alla luce anche delle criticità che questa soluzione presenta;
a prevedere un incontro, con la partecipazione anche della terza commissione consiliare permanente, con la Commissione di studio al fine di collaborare costruttivamente al progetto di rilancio della Biblioteca Universitaria;
a intraprendere tutte le iniziative necessarie nei confronti del Governo affinchè vi sia un finanziamento straordinario per la realizzazione dei lavori per la Sapienza, viste le difficoltà economiche in cui versano tutti gli ateni italiani compreso quello pisano, affinchè l’edificio possa essere restituito a tutte le sue funzioni.

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