Dopo il 24 e 25 ottobre rilanciamo la lotta contro il Governo Renzi, con le mobilitazioni e lo sciopero generale

La manifestazione della CGIL del 25 ottobre, cui molti di noi hanno preso parte, ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di lavoratori stabili e precari, studenti e pensionati che hanno invaso Piazza San Giovanni e le strade di Roma, per opporsi con decisione al Governo Renzi e alle sue politiche, tra cui la cancellazione dell’Articolo 18 e dello Statuto dei Diritti dei lavoratori.

Insieme allo sciopero indetto dall’USB il giorno prima e alle tante mobilitazioni e agli scioperi che si sono susseguiti negli ultimi mesi nella Scuola, nella logistica e in tante fabbriche, questa grande manifestazione dimostra che, nonostante la crisi e la paura di perdere il lavoro, c’è ancora una larga parte del paese che non si fa abbindolare dagli spot e dalla propaganda, ma si oppone alle politiche liberiste che ci vengono imposte da anni dall’Europa e che il Governo Renzi e il PD stanno portando avanti in maniera sempre più brutale, con l’appoggio quasi unanime dei media.

A quella piazza ha subito risposto con la consueta arroganza il premier Renzi alla Leopolda, ribadendo che andrà avanti comunque con le sue politiche economiche definite “un sogno” dal presidente di Confindustria, mentre il finanziere Serra da lui invitato a Firenze chiedeva addirittura la cancellazione del diritto di sciopero.

Per battere un governo così feroce e determinato, non è più possibile affidarsi ancora a dinamiche politiche che abbiano al loro centro personaggi politici incoerenti ed opportunisti che cercano pure di sminuire il significato della grande manifestazione di Piazza San Giovanni. E’ necessario invece cogliere fino in fondo il messaggio che proviene da quella piazza e rilanciare forme di mobilitazione e di conflitto, nei luoghi di lavoro e nella società, che portino in tempi rapidi a quello sciopero generale richiesto da molti dei manifestanti, che blocchi il Paese e l’azione del governo. Uno sciopero il più possibile unitario e allargato a tutti i soggetti che si oppongono veramente al governo Renzi e alle politiche di austerità.

Da parte nostra lavoreremo alla costruzione dello sciopero sociale del 14 novembre e, sul territorio, saremo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati in vertenze importanti e difficili come quelle dei Cantieri Navali di Pisa, dell’indotto Piaggio, dei licenziati Ikea.

 

Rifondazione Comunista
Una città in comune

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