Mozione Urgente: Basta morti nel Mediterraneo. Diritto di asilo e accoglienza per tutte e tutti

Visto che:

–          almeno 700 migranti hanno perso la vita, in circostanze ancora da chiarire, a seguito di un naufragio al largo delle coste della Libia, avvenuto tra la notte di sabato 18 e domenica 19 Aprile, mentre cercavano di raggiungere l’Europa

–          Il naufragio rappresenta solo l’ultima di una serie di tragedie connesse all’attraversamento del Mediterraneo da parte di gruppi sempre più consistenti di profughi

Premesso che:

–          La chiusura dell’operazione «Mare Nostrum», e la sua sostituzione con l’operazione detta «Triton», hanno suscitato nei mesi scorsi gravi preoccupazioni nelle agenzie internazionali di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati; si è paventato da più parti il timore che tale mutamento nelle politiche europee potesse generare un incremento drammatico delle morti in mare

–          Queste preoccupazioni si stanno rivelando più che fondate, visto che – secondo quanto riporta l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (Unhcr) – «la fine di Mare Nostrum, pur non avendo effetti sul numero di persone in arrivo, ha però coinciso con un netto aumento del numero di persone morte e disperse in mare» (si veda comunicato Unhcr del 30 Marzo 2015 in http://goo.gl/IH9YBQ). In particolare, secondo i dati forniti dalla stessa agenzia delle Nazioni Unite il 19 Aprile scorso, dall’inizio del 2015 i migranti morti nel Mediterraneo sono circa 1600, mentre nell’intero anno 2014 si sarebbero registrate 3.500 morti (si veda comunicato Unhcr del 19 Aprile 2015 in http://goo.gl/YmDaz8).

–          Come autorevolmente dichiarato dalla portavoce della stessa Unhcr, Carlotta Sami, le morti in mare potrebbero essere considerevolmente ridotte prevedendo canali di ingresso legale in Italia. Le attuali norme restrittive, che costringono i rifugiati ad entrare illegalmente nel nostro paese per presentare poi domanda di asilo, costringono i profughi a viaggi pericolosi e potenzialmente mortali (si vedano le dichiarazioni rilasciate da Carlotta Sami al quotidiano «La Repubblica» il 19 Aprile scorso, in http://goo.gl/WmZAfU).

–          L’assenza di canali di ingresso legale, peraltro, alimenta il business della migrazione irregolare; la “lotta ai trafficanti e agli scafisti”, annunciata dal Governo italiano, rischia in questo quadro di essere totalmente inefficace e controproducente. «Se si promuovesse una strategia di gestione legale delle migrazioni e dei rifugiati», ha affermato la portavoce dell’Unhcr, «sicuramente si toglierebbe fiato ai trafficanti. Ma continuare in questo modo, con una politica negazionista e proibizionista, non altro che arricchire i trafficanti» (intervista di Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, alla trasmissione Ballarò su La7, sul web alla pagina http://rs.gs/0BS)

Constatato che:

–          Il nostro paese è attraversato da flussi di richiedenti asilo, profughi e rifugiati di proporzioni inedite. Per far fronte a questa situazione, è necessario mobilitare la società civile, lo Stato centrale e gli enti locali in tutta Italia

–          Secondo dati forniti dalla Caritas Italiana, attualmente solo 500 Comuni – sugli ottomila totali – ospitano strutture di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati (si veda inchiesta de L’Espresso-La Repubblica in http://rs.gs/Pfp).

–          Secondo la citata inchiesta de L’Espresso, la provincia di Pisa è una delle ultime in Italia per numero di profughi accolti sul proprio territorio. Si tratta di un triste primato, in un momento storico in cui guerre e conflitti nel Mediterraneo producono milioni di sfollati e profughi

–          Come dichiarato recentemente da Oliviero Forti di Caritas Italiana, l’afflusso di profughi si configura come “emergenza” a causa della mancata volontà di molti amministratori di predisporre strutture di ospitalità. Se gli enti locali si rendessero disponibili, non si parlerebbe di “emergenza”, o almeno si potrebbe far fronte agli arrivi in modo più efficace e coordinato

–          In quest’ottica, il Consiglio Comunale di Pisa ritiene che anche la nostra città debba fare la propria parte

Considerato, infine, che:

–          Il sistema di accoglienza predisposto sul nostro territorio ha dimostrato lacune e inefficienze, che richiedono un’attenta considerazione;

–          In particolare, quanto mai problematica è stata la scelta di collocare i migranti in strutture di accoglienza isolate, quali quella di “Piaggerta” nel Parco di San Rossore e quella di Via Livornese a S. Piero a Grado;

–          Nelle ultime settimane, la Giunta comunale non ha attivato alcun piano di accoglienza, pur a fronte di un fenomeno in evidente crescita, e di fronte al prevedibile afflusso di nuovi profughi sul nostro territorio;

–          La Direttiva europea 2013/33/UE, all’art. 17, obbliga gli Stati Membri a provvedere affinché «le condizioni materiali di accoglienza assicurino un’adeguata qualità di vita che garantisca il sostentamento dei richiedenti e ne tuteli la salute fisica e mentale»

–          Il Manuale Operativo SPRAR, punto di riferimento per l’accoglienza dei rifugiati, prevede standard minimi sia sotto il profilo edilizio che su quello igienico-sanitario, e raccomanda di «stringere o a creare rapporti con i servizi socio-sanitari del territorio».

Tutto ciò ricordato, premesso e considerato

Il Consiglio Comunale di Pisa impegna il Sindaco e la Giunta a richiedere al Parlamento e al Governo italiano:

–  Una immediata revisione delle norme in materia di contrasto all’immigrazione irregolare, in modo che siano garantite la salvaguardia e la sicurezza di profughi, richiedenti asilo, rifugiati e in generale di tutti e tutte coloro che affrontano i pericolosi viaggi nel Mediterraneo;

– La modifica delle norme in materia di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, in modo che sia salvaguardata ogni iniziativa di soccorso in mare e di assistenza umanitaria;

– L’istituzione di un corridoio umanitario che consenta ai profughi, agli sfollati, alle vittime di guerre e persecuzioni, di chiedere protezione al nostro paese anche per il tramite della rete diplomatica e consolare italiana, e di poter arrivare sul territorio nazionale legalmente e in piena sicurezza; nonché l’invio di mezzi di soccorso italiani nelle aree di partenza (specialmente in Libia);

– La previsione di speciali misure di protezione umanitaria per i profughi della guerra civile siriana, e più in generale dei conflitti che interessano l’area sud-mediterranea, anche prevedendo il rilascio di permessi di soggiorno per motivi umanitari (come previsto dall’art. 20 del Testo Unico Immigrazione, e come già accaduto con la crisi tunisina del 2011);

 

Il Consiglio Comunale di Pisa impegna il Sindaco e la Giunta:

 

–          a seguire l’esempio del sindaco del Comune di Riace, dando immediata “disponibilità ad accogliere nelle strutture comunali le persone sopravvissute al drammatico evento che si trovano attualmente nel CARA di Mineo”

–          a individuare da subito strutture di accoglienza adeguate e/o appartamenti di proprietà e/o privata, conformi agli standard previsti nelle direttive comunitarie e nel Manuale Operativo SPRAR;

–          a mettere e disposizione ed utilizzare la struttura di accoglienza di via Garibaldi 190, attualmente chiusa, per la prima accoglienza dei richiedenti protezione internazionale

–          ad avviare un confronto urgente con l’Università degli Studi di Pisa, e con altri enti pubblici, al fine di siglare una intesa per l’utilizzo di appartamenti dismessi di loro proprietà;

–          a individuare nuovi spazi permanenti per l’accoglienza, anche tenendo conto della proposta, lanciata nell’aprile 2014 dalle associazioni del Municipio dei Beni Comuni, di utilizzare parte dello spazio dell’ex caserma di Via Giordano Bruno, ora Distretto 42;

–          a costruire, tramite gli strumenti precedentemente indicati, un sistema di accoglienza che possa fronteggiare, nel futuro, altre problematiche connesse al bisogno sociale (emergenza freddo, sfratti, ecc.), in modo che l’accoglienza non sia solo una risposta emergenziale ma un elemento strutturale di pianificazione della città;

–          A predisporre idonei sistemi di monitoraggio e verifica da parte del Comune di Pisa, tramite la Società della Salute, sui servizi/attività di accoglienza, che prevedano anche l’attiva partecipazione delle associazioni del territorio

 

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