Il modello Ikea: sfrutta e licenzia. Solidarietà ai lavoratori licenziati.

Fatturati in positivo, numeri da capogiro, una propaganda sostenuta anche dalla stessa amministrazione comunale sul “ciclone” Ikea, eppure dopo pochi mesi dall’apertura arrivano i primi licenziamenti. Ben undici lavoratori del settore della logistica vengono mandati a casa senza alcun preavviso e senza alcuna motivazione. E i licenziamenti potrebbero non essere finiti qui, ma potrebbero coprire anche altri settori.

Esprimiamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà a questi lavoratori che da un giorno all’altro sono stati messi sulla strada dalla multinazionale secondo una pratica consueta per Ikea. Lavoratori interinali spremuti con gli straordinari e poi buttati. E’ questo il modello Ikea, la multinazionale che fa le sue fortune grazie ai paradisi fiscali.

Negli ultimi due anni si stanno moltiplicando le lotte dei lavoratori della logistica anche all’interno dei magazzini Ikea proprio contro le condizioni di lavoro e di vita somministrate direttamente o in appalto dalla multinazionale svedese.

Gli enti locali hanno steso tappeti rossi a Ikea per questo insediamento, con varianti urbanistiche ad hoc e “tempi cinesi” nell’approvazione di questi atti. Cosa dicono ora quegli stessi enti locali di fronte a questi primi licenziamenti nello stabilimento pisano?

E’ importante sin da ora che un ampio schieramento di forze politiche, sociali e sindacali faccia sentire con forza il proprio appoggio a questi lavoratori e si schieri a difesa dei loro diritti. A differenza del Pd di Renzi per cui il lavoro è un dovere e non esiste più la differenza tra imprenditori e lavoratori, noi ostinatamente continuiamo a ritenere che il lavoro sia un diritto.

Una città in comune
Rifondazione Comunista

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