Paesaggio, la versione di Rossi

CORRIERE FIORENTINO Pagina: 1-3

Paesaggio, la versione di Rossi

Quarta stesura per iI piano dopo il rilancio dem e lo scontro con l’assessore Mal son. «Vicini alla soluzione».

Prima la riscrittura del maxiemendamento Pd al piano del paesaggio a cui ha contribuito di persona. Poi niente giunta, dove avrebbe incontrato l’assessore Marson. Rossi ha scelto il web (nella foto) per dire la sua dopo la bufera.

E quattro. Dopo la scrittura del piano del paesaggio approvato dal consiglio regionale, dopo quella di Marson-Salvadori a seguito delle 6oo osservazioni giunte, dopo quella del gruppo Pd con il maxi-emendamento che ha sollevato l’ira dell’assessore all’urbanistica Anna Marson e che spostava il pendolo dei provvedimenti dalla Regione ai Comuni, ieri Rossi ha cancellato il maxi emendamento. La soluzione trovata è una serie di singoli emendamenti che non toccano più la parte generale del Pit del paesaggio – è scomparsa in particolare la frase incriminata sulle criticità come solo «valutazioni scientifiche, non vincolanti per gli enti territoriali nella elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica» -e si concentrano sulla cave e su altre questioni specifiche, come gli interventi turistico ricettivi sulle spiagge o sulle sponde dei laghi.
E presto per sapere se questa correzione di rotta sarà sufficiente per Marson, ma intanto il governatore si è mosso in prima persona, parlando in mattinata con il consigliere dem Ardelio Pellegrinotti, e poi nel pomeriggio coordinandosi con il gruppo che ha scritto gli emendamenti (ieri è scaduto il termine per la loro presentazione). Giovedì si terrà la riunione di maggioranza e in aula dovranno essere discussi anche i Zoo emendamenti di Forza Italia e le decine di Fratelli d’Italia che pensa anche «all’ostruzionismo».
L’annuncio della riscrittura è stato dato dallo stesso Rossi «Ci sarà una versione finale del piano del paesaggio, alla quale ho personalmente contribuito. Credo che siamo vicini alla soluzione giusta. Il resto sono tutte chiacchiere, politicismi, invettive» – che poi nel pomeriggio invece di andare in giunta dove avrebbe trovato Mason ha risposto ai commenti dei cittadini al suo post su Facebook: «Io voglio regolare le cave. Evitare che abbiano effetti distruttivi su paesaggio e ambiente. Aumentare lavoro e occupazione».
Rossi su Twitter ha ribadito che una legge regionale sulle attività estrattive incentiverà le aziende che lavorano il marmo in loco e su Fb ha concluso: «Se approveremo il piano paesaggistico e la nuova legge sulle cave avremo fatto una svolta a favore dell’ ambiente e del lavoro. Nessuno prima ci aveva provato. Noi ci riusciremo». Due le novità, secondo Pellegrinotti: l’introduzione dei piani attuativi e della valutazione paesaggistica per l’attività estrattiva. Con i primi «verranno determinate quantità e qualità delle estrazioni, ed il 5o% del materiale entro il 2020, dovrà essere lavorato in loco». Inoltre, «attraverso la conferenza dei servizi Regione e ministero dei Beni Culturali avranno l’ultima parola». Sulle cave il Pd definisce «nuove attività» le nuove cave e la riattivazione di cave dismesse e conferma la possibilità di scavare su crinali già intaccati, ed a Palazzo Panciatichi al Pd è arrivata l’apertura (critica) dell’Udc: «Alcuni emendamenti riguardano l’escavazione del marmo, Rossi ci ha ripensato, meglio tardi che mai!». Durissimo invece l’attacco del coordinamento delle imprese lapidee apuoversiliesi al presidente del Fai Andrea Carandini che aveva scritto al premier Renzi per lanciare l’allarme sul piano del paesaggio a rischio. «Chieda scusa agli oltre diecimila lavoratori che ha insultato – scrivono le imprese – paragonandoli ai barbari che hanno devastato Roma».

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